Notevole adesione degli enti territoriali, Regioni/Province autonome, Province, Città metropolitane e Comuni, alla rilevazione della Corte dei conti sullo stato di attuazione del Piano Triennale per l’Informatica: “8.036 gli enti coinvolti nella compilazione, 7.273 i questionari completati (pari al 90,51% del totale)”. Questo il dato che emerge dall’indagine della Sezione delle autonomie della magistratura contabile. Lo screening, che s’inserisce nel quadro dei protocolli stipulati dalla Corte dei conti, prima con il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale e poi con il Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, rivela l’esistenza di un netto divario digitale tra gli enti territoriali, che si distribuisce secondo fattori sia geografici che “dimensionali”. Infatti, le Regioni, le Province autonome e le 12 Città con popolazione superiore a 250.000 abitanti conseguono nella maggioranza dei casi gli obiettivi del Piano triennale 2017-2019, con valori nella media o superiori che si concentrano prevalentemente, nei distretti economicamente più sviluppati del paese, nel Centro-nord, e in particolare nell’area del Nord-est. Negli enti locali la diffusa frammentazione in comunità di piccole dimensioni, invece, il 93% delle quali è costituita da collettività con popolazione inferiore a 20.000 abitanti, incide negativamente sul grado di attuazione degli obiettivi del Piano triennale per l’informatica.
Carenze e inadeguatezze sono emerse sia nei criteri di selezione della figura istituzionalmente preposta a guidare i processi di digitalizzazione nella PA, il Responsabile per la Transizione Digitale, figura nominata solo dal 36,7% delle amministrazioni territoriali e nel 67,9% dei casi fra soggetti privi di specifiche competenze nel campo, sia nel campo della formazione delle risorse umane nelle tecnologie dell’informazione (IT), uno degli elementi di debolezza strutturale del Paese, secondo il recente report Digital Economy and Society Index della Commissione europea. Positivo risulta, invece, il grado di diffusione in Regioni e Province autonome delle piattaforme abilitanti Spid, PagoPA, NoiPA e ANPR, infrastrutture immateriali essenziali al processo di digitalizzazione dei servizi pubblici.
Uno dei punti qualificanti del Piano triennale prevede la progressiva dismissione dei data center obsoleti e inefficienti e la migrazione dei servizi pubblici verso il Modello Cloud della PA, con l’obiettivo di ridurre i costi di gestione delle infrastrutture IT in favore di maggiori investimenti in nuovi servizi digitali: anche in questo caso, come per la diffusione delle principali piattaforme abilitanti, si evidenziano livelli di adesione superiori alla media nei 12 Comuni con popolazione superiore ai 250.000 abitanti (fascia 7) e, a seguire, nelle Regioni e Province autonome. La media del livello di adesione risulta invece pari a zero nelle prime due fasce di Comuni, con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, e nelle Province e Città metropolitane appartenenti al contesto geografico delle Isole.