“Parlare con una sola voce per esigere giustizia climatica”. Ha esordito così ieri il re del Marocco, Mohammed VI, durante il vertice dei leader africani tenuto a margine della conferenza Onu sul clima (COP22), in corso a Marrakesh, con il dichiarato obiettivo di “armonizzare” la posizione africana sui cambiamenti del clima. “L’Africa sta pagando un prezzo pesante per quanto riguarda la questione clima ed è senza dubbio il continente più penalizzato – ha aggiunto il re – questi cambiamenti ostacolano molto lo sviluppo africano e minacciano seriamente i diritti fondamentali di decine di milioni di africani”. Per questo è importante che il continente “parli con una sola voce, chieda giustizia climatica e mobiliti i mezzi necessari, che faccia proposte congiunte, con obiettivi comuni e progetti regionali e transnazionali”.
Al vertice hanno partecipano una quarantina di esponenti africani, tra cui una ventina di capi di Stato, insieme al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e al presidente francese Francois Hollande. Diversi presidenti africani hanno preso la parola, tra cui il senegalese Macky Sall, che ha ricordato l’impegno assunto dai Paesi ricchi alla conferenza di Parigi di finanziare con 100 miliardi di dollari, entro il 2020, la lotta ai cambiamenti del clima nei Paesi in via di sviluppo.
“L’accordo di Parigi non è una panacea. Dobbiamo agire”, ha ammonito Ban Ki-moon, ricordando che “l’Africa è in prima linea”, contando 36 dei 50 paesi più colpiti dal riscaldamento terrestre.
“Lo scorso anno abbiamo concluso un accordo storico, bene – ha sottolineato Hollande e ha rimarcato – ma bisognerà impegnarsi perchè le firme, gli impegni vengano confermati … il successo di Parigi sarà innanzitutto il successo dell’Africa”.