Il 4 e il 5 giugno ci sarà a Torino una due giorni di dialogo bilaterale tra Governo italiano e Commissione europea per delineare nuove strategie di contrasto all’inquinamento atmosferico. A provocarlo sono non solo i trasporti, ma anche l’agricoltura, il riscaldamento domestico e molto altro. È l’inquinamento atmosferico, uno dei fattori che è in maniera maggiore responsabile del progressivo peggioramento della qualità della vita nelle città di tutto il mondo, Italia inclusa. Non si tratta di una mera questione estetica o paesaggistica, con il cielo grigio cemento che offusca la bellezza di ciò che ci circonda, o di un tema che riguarda il futuro, i nostri discendenti. È soprattutto una questione di salute per chi, oggi, in quelle città ci vive. L’inquinamento atmosferico è infatti, in particolare nei grandi centri urbani, una delle le principali cause di malattie ai polmoni e al cuore. Un’emergenza che comporta dunque danni all’ambiente, alla salute e persino all’economia, con un costo sanitario che nella sola Unione europea si aggira attorno ai 70 miliardi di euro ogni anno.
La consapevolezza di questi costi, da parte degli Stati, è oggi maggiore. E anche l’Italia sta iniziando a muoversi. Uno dei primi passi è l’organizzazione del “Clean air dialogue” con il Commissario Ue per l’ambiente, Karmenu Vella, alla presenza delle regioni e di tutti gli stakeholder. Si tratta di un dialogo bilaterale tra l’Italia e la Commissione europea per concordare soluzioni efficaci per contrastare l’inquinamento atmosferico e delineare misure concrete per la qualità dell’aria delle nostre città. L’evento si svolge a Torino martedì 4 e mercoledì 5 giugno all’Environment park. L’Italia intende ritagliarsi in questo processo un ruolo decisivo, uscendo dalle procedure di infrazione comunitarie relative al superamento dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10) in alcune Regioni italiane, e adottando misure nazionali definite e radicali per la lotta all’inquinamento dell’aria.
Per questo il 4 giugno a Torino, in occasione della cerimonia di apertura del Clean Air Dialogue, sarà firmato un protocollo con impegni precisi per ridurre l’inquinamento dell’aria. Si tratta di un lavoro che ha visto uniti in una comunione d’intenti la presidenza del Consiglio e i ministeri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei trasporti, delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo, della Salute, nonché le Regioni e Province autonome.
Le misure riguarderanno i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa, sui quali ogni ministero assume impegni concreti a supporto dei Clean Air Dialogues. Un appuntamento internazionale cruciale che il 4 e 5 giugno, nel capoluogo piemontese, vedrà gli stati membri dell’Unione Europea e i portatori d’interesse nei vari settori riuniti in un confronto serrato, con l’obiettivo di condividere e promuovere le misure più efficaci e le migliori pratiche, presentare i progressi raggiunti, promuovere le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura e sulla sanità pubblica. Ai Clean Air Dialogues l’Italia arriva dunque preparata, con precise azioni di contrasto dell’inquinamento atmosferico da condividere con l’Europa, per delineare la direzione futura della politica dell’Unione sull’aria pulita.