Bologna si aggiudica lo scettro di città più “intelligente” d’Italia per il 2025, mettendo fine al primato di Milano. È questo il dato più rilevante che emerge dal City Vision Score 2025, l’indice di intelligenza urbana che valuta i Comuni italiani, curato da Blum e Prokalos.
L’Emilia-Romagna piazza un colpo storico: Bologna non solo conquista il 1° posto nella classifica generale (che vede Milano scendere al 39° posto), ma dimostra come la smartness sia una combinazione vincente di smart economy e mobilità sostenibile, premiando la coerenza tra progettazione e risultati concreti percepiti dai cittadini.
Il Rapporto conferma che l’asse portante dell’innovazione in Italia è ancorato al Nordest, infatti nelle prime 15 posizioni della classifica generale compaiono esclusivamente comuni di quest’area geografica. Bologna è seguita da eccellenze come Villa Lagarina (TN), Imola (BO), Spormaggiore (TN) e Carpi (MO).
Nella classifica dedicata ai capoluoghi, il primato di Bologna è netto. La top ten è guidata da Bologna, Trento e Milano (che riesce a mantenere il podio tra le grandi città). La leadership è prevalentemente nordorientale, con contributi significativi dalla Lombardia e dalla Toscana (Firenze è 5°).
Il divario con il Mezzogiorno resta marcato, con i migliori capoluoghi del Sud e delle Isole – L’Aquila, Teramo e Cagliari – che si posizionano tra la 53°esima e la 68°esima posizione, fuori dalla top cinquanta.
I piccoli Comuni e la crescita del Centro
Nonostante il divario strutturale, il City Vision Score mette in luce “nicchie di eccellenza”: borghi come Masullas (OR), Siligo e Fordongianus in Sardegna occupano le prime posizioni nel Sud, dimostrando che l’innovazione prospera grazie a reti tra amministrazioni e servizi di prossimità.
Una novità è la crescita del Centro Italia, che raddoppia la presenza di Comuni nelle prime 200 posizioni, grazie alle performance di Toscana e Marche (Bagno a Ripoli al 16° posto e Visso al 90°).
Come sottolineano gli autori del rapporto, la “smartness” non è più solo una questione di tecnologia adottata. Domenico Lanzilotta, direttore di City Vision, spiega che la competizione si gioca sulla capacità di “tradurre l’innovazione in qualità della vita, inclusione e sostenibilità. Il concetto di intelligenza urbana si sta evolvendo verso una dimensione dove contano “la capacità amministrativa, la governance dei dati e la partecipazione delle comunità”.
Questa evoluzione è evidente nella dimensione Smart Living (benessere, costo e qualità dell’abitare), dove i piccoli centri mostrano un vantaggio, grazie a contesti a misura d’uomo e un costo della vita più accessibile.
Fonte: City Vision Score