Cessioni di diritti edificatori P.E.E.P., la Cassazione: validi anche senza requisiti soggettivi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9479 dell’11 aprile 2025 (Sezione II civile, presidente Di Virgilio, relatore ed estensore Pirari), è tornata a pronunciarsi in materia di edilizia popolare ed economica (P.E.E.P.), chiarendo i limiti di validità delle cessioni di diritti edificatori su aree concesse dal Comune.

Il caso riguardava un accordo con cui un soggetto aveva ceduto a terzi i diritti edificatori su un’area P.E.E.P., ricevendo in cambio l’intestazione di alcuni appartamenti da realizzare. La Corte d’Appello di Roma, nel 2020, aveva deciso in senso contrario, ma la Cassazione ha cassato la sentenza con rinvio, ritenendo valido l’accordo anche in assenza dei requisiti soggettivi richiesti per l’assegnazione di alloggi popolari.

Secondo la Suprema Corte, infatti, dopo l’abrogazione dell’articolo 35, comma 18, della legge n. 865 del 1971 da parte dell’articolo 23 della legge n. 179 del 1992, non è più necessario che l’acquirente dimostri di possedere i requisiti previsti per l’edilizia residenziale pubblica. Tali requisiti rilevano solo se espressamente richiesti nella convenzione P.E.E.P., e in tal caso la loro assenza può comportare soltanto una responsabilità contrattuale, non la nullità dell’accordo.

La decisione, in linea con precedenti orientamenti (tra cui Cass. n. 30062/2023), consolida il principio secondo cui la libera circolazione dei diritti edificatori su aree P.E.E.P. non è più vincolata ai requisiti soggettivi originariamente previsti per l’assegnazione degli alloggi popolari.

Fonte: Rassegna massimario della Corte di Cassazione