Anche quest’anno sono disponibili le classifiche delle università italiane elaborate dal Censis e diventate un appuntamento annuale a supporto dell’orientamento di migliaia di studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria. Si tratta di un’ analisi del sistema universitario basata sulla valutazione degli atenei (statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) relativamente a: strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità. A questa classifica si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali secondo la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali per un totale di 70 graduatorie, a partire da 948 variabili che possono aiutare i giovani e le loro famiglie a individuare il percorso di formazione.
Crescono le immatricolazioni: +2,2%, dopo la riduzione delle immatricolazioni registrata lo scorso anno (-1,4%), i dati provvisori riferiti all’anno accademico 2022-2023 evidenziano un aumento delle immatricolazioni del 2,2%, ovvero 7.152 neoiscritti in più. L’aumento delle iscrizioni non ha però riguardato tutti gli atenei, quelli del Centro Italia segnano un +9,3%, seguiti dalle regioni del Nord-Ovest (+1,6%). Segno negativo per il Nord-Est (-2%), stabile il Sud (-0,2%) ad eccezione dei corsi dell’area artistica, letteraria e educazione, dove i nuovi iscritti segnano un -0,1%, gli altri sono contrassegnati dal segno positivo: +4,5% di immatricolati per l’area economica, giuridica, sociale, +2,2% per l’area sanitaria e agro-veterinaria, +1,1% per le discipline Stem.
Aumentano gli abbandoni: nell’anno 2021-2022, il 7,3% degli immatricolati ha abbandonato gli studi entro il 1° anno, a fronte del 7% registrato nell’anno precedente e del 6% relativo all’anno accademico 2019-2020; una decisione che ha coinvolto sia i maschi (7,4%) che le femmine (7,2%).
I mega atenei statali ( 40.000 iscritti):le prime 3 posizioni sono occupate stabilmente dall’Università di Bologna, con un punteggio di 89,7 punti, dall’Università di Padova (87,5) e dalla Sapienza di Roma (85,7). In 4° posizione l’Università di Pisa (84), seguita dall’Università Statale di Milano (83,7), che guadagna una posizione (+7 punti per l’indicatore Servizi per gli studenti), superando l’Università di Firenze, che retrocede al 6° posto (83,3), si conferma al 7° posto l’Università di Palermo (83), perde una posizione l’Università di Torino (80,7). Chiudono la classifica l’Università di Bari (76,7) e Napoli Federico II (76,2).
I grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti). L’Università di Pavia detiene la posizione di vertice, con 91 punti, seguita dall’Università di Perugia (90,5). Mantengono la 3° e la 4° posizione l’Università della Calabria (90,2) e l’Università di Venezia Ca’ Foscari (89). Avanza di 2 posizioni l’Università di Parma, al 5° posto con 87,2 punti (+6 punti per l’indicatore Strutture), seguita dall’Università di Salerno (87), che recupera 5 posizioni (+19 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti).
Segue l’Università di Cagliari (86,8) e l’Università di Milano Bicocca (85,7), che perde 3 posizioni; stabili in 9° e 10° posizione l’Università di Modena e Reggio Emilia (85) e di Roma Tor Vergata (85), seguite dall’Università di Genova (84,5), che retrocede di 3 posizioni, e dall’Università di Verona (84).
Guadagnano 3 posizioni l’Università della Campania (82,3): +15 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti e l’Università di Messina (77,7: +14 punti per l’indicatore Comunicazione e servizi digitali). L’Università di Roma Tre (79,5) passa dal 17° al 15° posto (+6 punti per l’indicatore Strutture). Perdono 1 e 2 posizioni, l’Università di Ferrara (81,2) e l’Università di Chieti e Pescara (77,3), chiude la classifica l’Università di Catania (76,8).
I medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti). Apre la classifica l’Università di Trento (96,2), che guadagna la 1° posizione, detenuta lo scorso anno dall’Università di Siena (93), che scende in 3° posizione, preceduta dall’Università di Udine (93,7), che guadagna 3 posizioni. Segue l’Università di Sassari (92,3), che perde 2 posizioni. Sale di 1 posizione l’Università Politecnica delle Marche (91,8), che precede l’Università di Trieste (91,3), che scende di 2 posizioni, a seguire l’Università di Brescia (87,5) e l’Università del Salento (87,2). In 9° posiziona l’Università di Bergamo (84,3), seguita dall’Università del Piemonte Orientale (84,2: +7 punti per l’indicatore Strutture), segue l’Università dell’Insubria (83,2), 11esima ex aequo con l’Università di Napoli Parthenope, che scala 5 posizioni (+13 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti e +11 punti per l’indicatore Internazionalizzazione). Perde 3 posizioni l’Università di Urbino (82,3) e l’Università di Foggia scende di 2 (81,8). Chiude il ranking l’Università dell’Aquila (79), preceduta dall’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro (79,3) e dall’Università di Napoli L’Orientale (79,2).
I piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti). In 1° posizione l’Università di Camerino (101 punti), seguita dall’Università della Tuscia (86: +13 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti). È 3° l’Università di Macerata (85,7), stabile al 4° posto l’Università di Cassino (84,3), seguita dall’Università del Sannio (84), che scala 3 posizioni (+24 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti), e dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria (83,5). Al 7° posto l’Università di Teramo (80), poi l’Università della Basilicata (78) e l’Università del Molise (77).
I politecnici. In vetta il Politecnico di Milano (96 punti), seguito dal Politecnico di Torino (91,5); a pari merito in 3° posizione il Politecnico di Bari e lo Iuav di Venezia (86,5).
Gli atenei non statali. Tra i grandi atenei non statali (oltre 10.000 iscritti) è 1° l’Università Bocconi (90,4), seguita dall’Università Cattolica di Milano (76,6). Tra i medi atenei non statali (da 5.000 a 10.000 iscritti) è la Luiss a collocarsi in 1° posizione (91), seguita dallo Iulm (81), dalla Lumsa (79) e dall’Università Suor Orsola Benincasa (72). Tra i piccoli atenei non statali (fino a 5.000 iscritti) la Libera Università di Bolzano mantiene la posizione di vertice (88,6). Le graduatorie possono essere esaminate nella sezione del sito (www.censis.it), dove si possono interrogare in funzione dei personali obiettivi e percorsi di studio; sul sito sono consultabili anche le classifiche della didattica delle lauree triennali, delle magistrali a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali (raggruppate in 15, 7 e 15 gruppi disciplinari) ed è disponibile la metodologia utilizzata per la classificazione.
Fonte: Censis