Buone notizie per il debito pubblico dell’Eurozona, calato dall’89% del Pil alla fine del 2015 all’86,7% alla fine del 2016, mentre il deficit nel 2017 è passato dall’1,5% allo 0,9%. Lo comunica Eurostat. Nell’intera Unione europea il debito è diminuito dall’83,3% all’81,6%, il deficit dall’1,6% all’1%. Nel 2017 hanno registrato un avanzo di bilancio Malta (+3,9%), Cipro (+1,8%), Repubblica Ceca (+1,6%), Lussemburgo (+1,5%), Svezia e Germania (+1,3%), Paesi Bassi (+1,1%), Danimarca (+1%), Bulgaria (+0,9%), Grecia e Croazia (+0,8%) e Lituania (+0,5%), mentre la Slovenia ha chiuso l’anno in pareggio. I deficit più bassi sono stati registrati in Estonia e Irlanda (-0,3%), i più alti in Spagna (+3,1%) e Portogallo (+3%). In Italia il disavanzo è stato del 2,3%, in calo dal 2,5% del 2016. Il debito pubblico più basso dell’Ue è quello dell’Estonia, dove ammonta al 9% del Pil. Seguono Lussemburgo (23%), Bulgaria (25,4%), Repubblica Ceca (34,6%), Romania (35%), Danimarca (36,4%). Quindici Stati membri superano la soglia del 60% del Pil, quella stigmatizzata dal Fiscal Compact: i debiti pubblici più alti sono quelli di Grecia (178,6%), Italia (131,8%, dal 132% del 2016), Portogallo (125,7%), Belgio (103,1%) e Spagna (98,3%). Nel 2017 la spesa pubblica nell’Eurozona equivaleva al 47,1% del Pil, le entrate statali al 46,2%; nell’Ue al 45,8% e al 44,9%, rispettivamente. In entrambe le aree la percentuale della spesa pubblica è calata nel 2017 rispetto al 2016, mentre quella delle entrate è aumentata.