“Questa deve essere la volta buona per la riforma della pubblica amministrazione, perché oggi c’è l’Europa che fa da catalizzatore: ci dà i soldi del Pnrr, ma ci impone anche un metodo che è quello delle riforme. I fondi arriveranno se faremo le riforme. Si tratta di un percorso a ‘stati di avanzamento’ e l’Italia dovrà andare in Europa periodicamente, nelle varie fasi, spiegando quali sono le riforme concordate che sono state raggiunte. Per questo confido sul fatto che questa sarà la volta buona”. Con queste parole il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, è intervenuto in videocollegamento al convegno “Pnrr – Semplificazione e sburocratizzazione della Pa”, organizzato a Palermo da Innovazione per l’Italia, Centro studi sulla sanità e la pubblica amministrazione.
Riguardo ai processi di rinnovamento nella Pa, il ministro ha poi aggiunto: “Perché da noi la Pa non funziona, ma per esempio funziona in Francia? Perché nei momenti cruciali del nostro Ottocento e Novecento la borghesia non ha scelto per i suoi figli la governance dentro l’apparato dello Stato, ma ha scelto i mercati, il business, l’impresa, il settore privato, preferendo delegare il settore pubblico a burocrazie polverose che avevano modelli più o meno efficienti, ereditati dai diversi territori. La nostra borghesia ha lasciato la Pa come settore residuale, rifugio. Stiamo cambiando rotta. Bisogna convincere i nostri giovani che entrare nel mondo della burocrazia e dei servitori dello Stato, è una missione straordinaria. Occorre rendere appetibile il lavoro in una amministrazione pubblica, prospettando percorsi di carriera e salariali. Lavorare per una istituzione pubblica è una delle più belle missioni che un giovane possa avere nella vita: senza il capitale umano e senza una grande quantità di giovani nella pubblica amministrazione – ha spiegato Brunetta – la digitalizzazione che oggi è in corso di realizzazione passerebbe come ‘acqua sul vetro’, senza modificare i processi: la digitalizzazione – ha sottolineato – va accompagnata con il rinnovamento del capitale umano”.
Passando poi al tema dell’implementazione del Pnrr nelle Regioni meridionali ha poi spiegato: “Mi dicono che stanno arrivando poche partecipazioni dal Sud per il bando del Pnrr sugli asili nido, perché gli enti locali del Meridione non sono attrezzati per la presentazione dei progetti: è il cane che si morde la coda, io ho messo in piedi una piattaforma di sostegno agli enti locali per accompagnarli in questo percorso e consentire loro di essere efficienti. Daremo l’assistenza tecnica a chi la chiederà. Bisogna preparare bene i progetti e accompagnarli fino alla fine. Faremo in modo che i bandi abbiano un numero sufficiente di domande. Sono qui a vostra disposizione. Mi rivolgo a tutti: chiamatemi, rimbocchiamoci le maniche. Perché abbiamo gli strumenti per sbloccare di volta in volta i colli di bottiglia, le strozzature.
Informazione costante sui lavori in corso, sui bandi, sull’accompagnamento di assistenza tecnica: questo sarà l’oggetto dei prossimi mesi. Non deve più succedere che da Roma si dica che le domande erano sbagliate o che i Comuni dicano di non essere riusciti a partecipare”. “Pragmatismo, piedi per terra e comunicare questa nuova fase – ha concluso il ministro – Pa è bello: l’ho chiamata la mia rivoluzione gentile. Dedico questa fase della mia vita a questo sogno della rivoluzione gentile nella pubblica amministrazione”.
Fonte: Ministero per la Pa