Strada in discesa per la Brexit, nonostante i pronostici pessimistici della vigilia. Per i negoziati fra Londra e Bruxelles saranno sufficienti due anni. Sulla scadenza concordano il capo negoziatore dell’Unione europea, Michel Barnier, e la premier inglese, Theresa May. “I negoziati per la Brexit dureranno meno di due anni”, ha detto Barnier nella sua prima uscita pubblica, sottolineando che, “se Theresa May notificherà l’articolo 50 a marzo 2017, il negoziato inizierà alcune settimane dopo, per trovare l’’accordo per ottobre 2018”, per lasciare il tempo delle ratifiche. “L’Ue è pronta a ricevere la notifica” di Londra per la Brexit, ha aggiunto. “Preserveremo l’unità e l’interesse dei 27 nei negoziati, il mercato unico e le sue 4 libertà sono indivisibili. La scelta da fior da fiore non è un’opzione. Siamo pronti – ha poi concluso – quindi ‘keep calm’ e negoziamo”. Gli ha risposto a distanza la stessa May, trovandosi sostanzialmente d’accordo e ribadendo che “il governo britannico non intende estendere i negoziati per la Brexit oltre i due anni”. In un incontro con i vertici della City di Londra, il cancelliere allo Scacchiere, Philip Hammond, e il ministro che deve attuare il divorzio britannico da Bruxelles, David Davis, hanno assicurato che “sarà una Brexit ordinata e liscia”. Davis e Hammond, si legge sul Financial Times, hanno di fatto costituito una sorta di ‘cabina di regia’ del governo di Theresa May sulla Brexit rivolta, fra l’altro, a offrire una serie di garanzie al mondo del business. La richiesta che è stata avanzata dalle imprese, e anche dal governatore della Bank of England, Mark Carney, è quella di avviare un accordo transitorio con Bruxelles. Possibilità che non piace al ‘falco’ euroscettico Davis, ma rispetto alla quale, spiegano fonti della City, la sua chiusura non è totale. Fondamentale potrebbe essere la mediazione di Hammond.