Il 2 agosto 1980 nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna, esplodeva una bomba seminando terrore, mandando in frantumi le vite ed i sogni di molte persone. Il Sindaco del capoluogo emiliano, Virginio Merola, ha presentato nel corso di una conferenza stampa, insieme al presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage, Paolo Bolognesi, il programma delle iniziative promosse per commemorare il 37° anniversario della strage. Nell’attentato rimasero uccise 85 persone e oltre 200 rimasero ferite.
“La sfida che ci attende dopo 37 anni è quella della memoria: come tramandarla e come saperla tradurre – ha detto il primo cittadino – Qui a Bologna se si chiede quando si parte per le ferie la risposta è il 3 agosto, perché il 2 agosto c’è la commemorazione. Essere cittadini di Bologna vuol dire anche essere consapevoli che dobbiamo trasmettere la memoria, diffonderla tra le nuove generazioni”.
Tra le tante iniziative, proprio il 2 agosto dalle 18.30 alle 20.30 al Parco della Montagnola è previsto l’arrivo da tutta Italia delle staffette podistiche “Per non dimenticare”. Dalle 8 alle 14 presso la Stazione centrale di Bologna, invece, incontri e annullo filatelico speciale.
Quel terribile 2 agosto 1980 l’esplosivo, di fabbricazione militare, era posto in una valigia sistemata sopra a un tavolino portabagagli vicino al muro portante dell’ala ovest della stazione allo scopo di aumentarne l’effetto. L’onda d’urto insieme ai detriti provocati dallo scoppio, investì anche un treno che al momento si trovava in sosta sul primo binario, distruggendo circa 30 metri di pensilina e il parcheggio dei taxi antistante l’edificio. La città reagì con estrema prontezza: molti cittadini, insieme ai viaggiatori superstiti, prestarono i primi soccorsi alle vittime e contribuirono a estrarre le persone sepolte dalle macerie immediatamente dopo l’esplosione.
Dato il grande numero di feriti, non essendo tali mezzi sufficienti al loro trasporto verso gli ospedali, i vigili impiegarono anche gli autobus e, in particolare, quello della linea 37. Per prestare le cure alle vittime dell’attentato, tutti i medici e il personale ospedaliero fecero ritorno dalle ferie e i reparti, chiusi per le festività estive, furono riaperti per consentire il ricovero di ogni paziente. L’autobus 37 divenne, insieme all’orologio fermo alle 10.25, uno dei simboli della strage.