I commercianti ambulanti si sono riuniti oggi a Roma per protestare contro la direttiva Bolkestein. L’atto approvato dalla Commissione europea nel 2006, favorisce la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi.
All’origine della protesta vi è la parte della direttiva che riguarda l’obbligo di messa al bando delle concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali, dunque il punto che prevede la messa a gara di tutte le postazioni sul suolo pubblico.
Già negli anni scorsi contro tale vincolo si erano pronunciati con rabbia gli imprenditori balneari, preoccupati di perdere le concessioni delle spiagge che, applicando la normativa, sarebbero andate all’asta attraverso gare aperte a tutti con un’evidenza pubblica. Dopo la recente sentenza della Corte di Giustizia, che ha sanzionato la pratica del rinnovo automatico delle concessioni, il Governo ha deciso di intervenire con un disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri alla fine di gennaio sul riordino della normativa sulle concessioni demaniali per spiagge ad uso turistico-ricreativo. Tale normativa, che verrà sottoposta all’esame del Parlamento, dovrà prevedere criteri e modalità di affidamento delle concessioni mediante procedure di selezione.
La protesta dei commercianti da strada è più o meno sulla stessa linea. Gli ambulanti chiedono che il governo intervenga per escludere la categoria dall’obbligo di messa al bando delle concessioni pubbliche previsto dalla direttiva. Non un rinvio quindi, come stabilito dal decreto milleproroghe che proroga di fatto le concessioni in essere e in scadenza entro luglio 2017 fino al 31 dicembre 2018, ma un’esclusione totale della categoria dall’ambito di applicazione della Bolkestein. Gli ambulanti infatti accusano il Governo di aver emanato una proroga ‘ghigliottina’ in quanto prevede che entro la fine dell’anno prossimo gli Enti locali dovranno organizzarsi per il rilascio delle nuove concessioni.