Italia, Germania e Francia vogliono proteggere campioni e campioncini nazionali «strategici» da possibili acquisizioni estere. Almeno queste sono le dichiarazioni dei ministri economici dei tre Paesi.
Berlino Roma e Parigi vogliono, dunque, proteggere le imprese europee hightech, in particolare dallo shopping cinese. La missiva, infatti, non è ufficialmente rivolta a fermare qualche Paese in particolare. La Cina, però, è il sottinteso dell’iniziativa. Lo scrive Dpa, anticipando una dichiarazione dei tre relativi governi alla Commissione Ue. “L’obiettivo – si legge nel documento – è che la Germania e gli altri Paesi europei abbiano più possibilità di verificare e se necessario impedire acquisizioni in casi isolati”. Questo per evitare acquisizioni “sleali”, che avvengono “con l’aiuto di risorse statali o per far incetta in modo specifico di importanti tecnologie dalla Germania”.
Il governo tedesco può impedire a investitori stranieri, in casi determinati, le acquisizioni, soprattutto nei settori della tecnica militare e della sicurezza. “Nell’ultimo anno si è visto che le possibilità esistenti non bastano”, si legge però nel documento del ministero dell’Economia. Secondo uno studio di Ernst & Young, in Germania, l’anno scorso, sono 68 le acquisizioni realizzate da parte di compratori cinesi, per un ammontare di 12,6 miliardi di dollari americani. Casi che, in più di un’occasione, hanno sollevato reazioni tedesche e persino americane quando la Casa Bianca ha obiettato sulla strategicità per l’Occidente di imprese hi-tech che stavano per finire nell’orbita di Pechino.