È sempre più facile, sulle strade italiane, avvistare un nuovo ‘prodigio metropolitano’: lui (o lei), in genere, conducono un auto e mentre fumano una sigaretta (ma non disdegnano uno spinello), parlano allo smartphone (quando non chattano con gli amici sui social), mandano a quel paese con sonore volgarità la vecchietta che attraversa colposamente le strisce pedonali e chiunque si frapponga alle loro temerarie gimcana: sono quei ‘tragici acrobati’ che spesso troviamo contromano, coinvolti in una serie ormai infinita di incidenti stradali.
Ma finalmente arriva la tolleranza zero per chi usa telefonini e smartphone alla guida, per chi si mette al volante in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, e per chi non usa le cinture di sicurezza o il casco.
“Gli allarmanti segnali di ripresa dell’incidentalità mortale, registrati da Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri fino a metà luglio del 2017 (+1% rispetto allo stesso periodo del 2016), evidenziano un trend preoccupante che richiede l’azione coordinata di tutte le Forze di Polizia, per la riduzione del fenomeno”, si legge in una nota della Polizia di Stato.
“La diminuzione della mortalità sulle strade necessita del contrasto- si sottolinea non solo degli eccessi di velocità, ma anche di tutti quei comportamenti che sono ormai tra le principali cause degli incidenti: distrazione, in primis per l’uso di telefonini e smartphone, guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e del casco“.
La Direttiva Minniti è corredata da un aggiornato disciplinare tecnico sulle modalità di collocazione dei dispositivi e dei mezzi tecnici di controllo per il rilevamento degli eccessi di velocità, adattato alle esigenze tecniche e normative intervenute in questi anni.
– Il costante monitoraggio, da parte dei Prefetti, sulla collocazione dei sistemi di rilevazione della velocità affinché risultino motivati esclusivamente da condivise esigenze di sicurezza stradale;
– la riclassificazione e più efficiente definizione dei sistemi di rilevamento della velocità in tre grandi categorie : fissi (es. il Tutor ed il Vergilius) temporanei (l’autovelox) e mobili (apparecchiatura utilizzata da un veicolo in movimento);
– la taratura e verifica della funzionalità delle apparecchiature, che avverrà con cadenza annuale, come peraltro stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 113 del 29 aprile 2015;
– una precisa delimitazione delle attività di assistenza tecnica dei soggetti privati, che non devono mai interferire con quella dell’organo di polizia e comunque essere svolte sotto il controllo di quest’ultimo; – le spese di accertamento gravanti sul trasgressore, che dovranno essere ben circostanziate e documentate;
– la possibilità di effettuare riprese frontali con dispositivi da remoto purché si proceda all’oscuramento automatico dell’abitacolo e quindi al non riconoscimento delle persone a bordo del veicolo;
– regole più puntuali, utilizzando apposito cartello, per presegnalare e rendere visibili le postazioni di controllo della velocità, che potranno funzionare anche su entrambi i sensi di marcia.