Le proteste contro la Legge Fornero s’intensificano, ma il Governo non arretra e insiste a sostenerla. “La Legge Fornero nel suo impianto va difesa, ma bisogna agire sulla flessibilità in uscita”. Questa la posizione espressa dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, a commento della mobilitazione unitaria dei sindacati sul nodo pensioni. Baretta ha bocciato comunque l’ipotesi di un ricalcolo di tutta la vita lavorativa con il sistema contributivo: “E’ impraticabile – ha sentenziato e ha riabadito – Va difesa perché ha assicurato la stabilità dei conti e ci ha messi in una posizione di vantaggio verso la Ue. Quello che va affrontato – ha aggiunto – non è un cambiamento della legge, ma alcuni punti critici come le rigidità nel passaggio all’eta pensionistica che in alcuni casi prevede un aumento anche di 6 anni per l’uscita dal mercato del lavoro. Personalmente penso che la soluzione migliore sia agire sulla flessibilità in uscita. Il Governo ci sta lavorando e i tempi sono quelli della Legge di Stabilità”.
Intanto è escluso che nel Def atteso entro il 10 aprile vi siano già le premesse per uno schema di uscita flessibile. “Prima di dare un orientamento sui conti è meglio fare i calcoli in termini attuariali. Una soluzione sarebbe la riduzione dell’assegno previdenziale per chi voglia uscire prima: le modalità e l’entità sono allo studio”.
Tra le strade giudicate percorribili dal sottosegretario resta quella del prestito previdenziale con il coinvolgimento dell’impresa. “Il vantaggio di questa soluzione – ha concluso – è che il lavoratore con un lavoro faticoso, se vuole, può andare in pensione prima, ma anche l’azienda avrebbe il vantaggio di favorire il ricambio generazionale. Questa è una delle strade da studiare”.