“La sfida che attende tutti noi sindaci è duplice: tenere unite le nostre comunità evitando lacerazioni sociali e allo stesso tempo immaginare il futuro che ci aspetta quando sarà passata la crisi sanitaria. A noi tocca un ruolo centrale per recuperare un grande pezzo di popolazione che non vediamo”. Lo ha affermato il presidente dell’Anci Antonio Decaro intervenendo alla tavola rotonda sul ruolo dei sindaci, sia rispetto a come il ruolo è cambiato negli anni, sia nella prospettiva dell’imminente futuro. Al dibattito moderato dal giornalista Paolo Mieli, sono intervenuti anche i sindaci di Torino Chiara Appendino, Genova Marco Bucci, Roma Virginia Raggi e Treviso, Mario Conte, che è anche presidente di Anci Veneto. Tutti i sindaci intervenuti da un lato rivendicano il grandissimo sforzo fatto durante la fase più critica della pandemia, dall’altro pretendono di essere coinvolti, partecipi, di più, di essere protagonisti del rilancio. Senza nascondersi che il tempo dell’emergenza non è ancora finito.
Citando una espressione usata dallo scrittore Maurizio de Giovanni, Decaro ha parlato di “Famiglie, bambini e anziani che vivono dell’unico lavoro che si trova dove lavoro non c’è, lavorando onestamente di un lavoro disonesto, niente tasse ma almeno un piatto a tavola la sera”. Ha commentato Decaro: “Dobbiamo aiutare anche loro, magari con un contributo straordinario. È per loro che ieri abbiamo chiesto al Governo nuovi fondi”. Quanto poi alla sfida di traghettare il Paese verso il futuro con le risorse del Recovery fund, il presidente dell’Anci è stato netto. “Se sapremo spenderle allora avremo aiutato l’Italia ma se saranno usate da partiti e singoli ministri per mettere una medaglietta sulla loro azione politica non avremo cambiato le sorti del nostro Paese. Quello che mi sta più a cuore, nel manifesto di azioni che abbiamo elaborato, riguarda la digitalizzazione del Paese. Parliamo tanto di Dad e smart working ma poi a mancare è la connessione nelle case. Senza una rete efficiente non ha senso parlare di competitività delle aziende: è come se Hamilton dovesse gareggiare con una Duna”.
Per la sindaca di Roma Virginia Raggi i sindaci hanno dato una gran prova durante la pandemia. “Siamo stati chiamati a dare risposte immediate ai cittadini in una emergenza di cui non si conoscevamo i confini. Abbiamo reagito con forza e quello che abbiamo fatto è stato immaginare come uscire da questa pandemia: ci siamo attivati con buoni pasto, sostegno ai cittadini più fragili e servizi online per arrivare in tutte le case. Ora dobbiamo affrontare l’emergenza sociale determinata dall’assenza di lavoro: servono politiche di redistribuzione del reddito che supportino il lavoro”. Quindi ha ricordato una iniziativa assunta nel Comune di Roma ma che si propone di suggerire a tutti i sindaci attraverso l’Anci. “Abbiamo firmato un protocollo con l’Ente nazionale del microcredito per aiutare soprattutto i piccoli artigiani, le botteghe locali creando un fondo rotativo da tre milioni di euro. Dobbiamo moltiplicare gli aiuti per ripartire e mettere al centro delle politiche le persone”.
Il sindaco di Genova, Marco Bucci ha ricordato come la porta dei primi cittadini sia sempre aperta. “Non so se siamo fortunati o meno, noi sindaci, ma siamo in prima linea, come i marines, siamo un punto di riferimento certo per i cittadini. Garantiamo un servizio essenziale al Paese perché il Comune è la struttura più vicina ai cittadini e, come abbiamo dimostrato, possiamo fare le cose per bene e nei tempi giusti. Il beneficio non va solo all’ente locale ma ne beneficiano tutti. Noi abbiamo una credibilità visibile con i risultati sotto gli occhi di tutti, siamo abituati a rispondere. Facciamo in modo che le città siano dotate delle risorse finanziarie necessarie per governare adeguatamente il territorio e fornire i giusti servizi ai cittadini”.
“Il rapporto tra i sindaci si è rafforzato in questi mesi attraverso uno scambio di esperienze e confronto costante”, ha sottolineato la sindaca di Torino Chiara Appendino che ha rimarcato il ruolo delle città per rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini. “Spesso si dice – ha rimarcato la sindaca – che le città devono avere un ruolo importante nel Recovery fund: le città sono comunità urbane dove le risorse materiali possono portare alla realizzazione degli obiettivi immateriali”. Rispondere alle esigenze dei cittadini significa anche ripensare il concetto stesso di periferia. “Bisogna rifinanziare il bando periferie. La periferia non è solo un luogo geografico, ma esistenziale: solo attraverso questa visione saremo in grado di cogliere quelle disuguaglianze che l’emergenza Covid ha fatto esplodere. Un aspetto questo che intendiamo sottolineare anche per i nuovi fondi dedicati alle periferie”.
Rimettere le persone al centro delle politiche è il punto da cui ripartire anche secondo il sindaco di Treviso, Mario Conte. “L’emergenza sanitaria ci ha costretti a ripensare le nostre città. Abbiamo, come sindaci, lanciato uno straordinario messaggio di unità e compattezza alla politica. Questa esperienza drammatica ci ha insegnato che dobbiamo avviare un nuovo ciclo di politica attiva che metta al centro le nostre comunità. Noi sindaci siamo il baluardo della Repubblica. La direzione verso cui andare ce l’hanno indicata i nostri bambini attraverso i loro disegni: città più verdi e vivibili in bici e a piedi”.
Idee, proposte e spunti che ha saputo cogliere e sintetizzare in conclusione lo stesso Mieli: “Molti dicono che la classe politica negli ultimi quarant’anni è peggiorata e che la gente ne diffida. Invece di questa generazione di sindaci possiamo fidarci. Il Paese può fare a meno di De Gasperi e Togliatti ma dei sindaci no”.
Fonte: ANCI