E’ disponibile il report 2020 sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali elaborato, sulla base dei dati forniti trimestralmente dalle prefetture, dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza. I dati mostrano per l’anno 2020 una lieve diminuzione del numero degli atti intimidatori rispetto al 2019 (-4.7%) continuando, comunque, il fenomeno a manifestarsi in maniera indistinta da nord a sud, dalle grandi città ai piccoli centri.
Nel complesso, gli atti intimidatori sono stati 623 (nel 2019 erano stati 644), 328 sono di matrice ignota (52,6%), 90 per tensioni sociali (14,4%), 70 di natura privata (11,2%), 68 per tensione politica (10,9%), 62 di criminalità comune (9,9%), 3 per terrorismo (0,5%), legati ad intimidazioni delle “Nuove Brigate Rosse” segnalate dalla regione Emilia Romagna, e 2 di criminalità organizzata (0,3%). L’andamento delle matrici si discosta di poco dai dati dell’anno 2019, in cui si erano registrati 654 atti intimidatori di cui 347 di matrice ignota (53%), 109 per tensione politica (16,6%), 94 per tensioni sociali (14,3%), 54 di natura privata (8,2%), 48 di criminalità comune (7,3%) e 2 di criminalità organizzata (0,3%).
In linea con quanto riscontrato nel 2019, gli amministratori locali più colpiti durante il 2020 sono stati: Sindaci anche metropolitani (312 casi) pari al 50% del numero complessivo, consiglieri comunali anche metropolitani (139 casi) e componenti della giunta comunale/metropolitana/provinciale (89 casi) che costituiscono rispettivamente il 22,3% e il 14,3% del totale. Nel dettaglio, la regione che ha registrato il maggior numero di atti intimidatori nel 2020 è la Sicilia con 73 eventi (erano stati 84 nell’anno precedente), seguita dalla Campania con 68 eventi (nel 2019 erano stati 57) e dalla Lombardia 65 (nel 2019 erano stati 74). Le province più interessate dal fenomeno: Napoli con 33 eventi (rispetto ai 24 del 2019), Cosenza con 26 eventi (rispetto ai 17 dell’anno precedente), Torino con 24 eventi (rispetto ai 35 nel 2019). Le prime 3 categorie di amministratori locali più colpiti sono state: i Sindaci anche metropolitani (312 casi), che rappresentano il 50% del numero complessivo degli atti intimidatori, i consiglieri comunali anche metropolitani (139 casi), pari al 22,3%, i componenti della giunta comunale/metropolitana/provinciale (89 casi), corrispondenti al 14,3%.
Le intimidazioni sono avvenute mediante danneggiamenti di beni privati o pubblici, seguiti da minacce verbali o scritte, missive anonime, e, infine, con minacce/offese attraverso i social network. E’ proprio questa ultima modalità a rendere più semplice e veloce l’intimidazione che, a portata di click, consente a chiunque di porre in essere una condotta minatoria, offensiva o diffamatoria nei confronti di un amministratore locale. Ciò considerando che la responsabilità degli amministratori locali è accresciuta nella percezione dell’opinione pubblica.
Il Ministero dell’interno tiene alta l’attenzione sul fenomeno, considerata l’attuale situazione del Paese in cui il disagio economico e sociale può esporre, ancora di più, gli amministratori locali a episodi di intimidazione. In tale direzione, dallo scorso giugno, sono stati inviati ai prefetti dei capoluoghi di regione anche due vademecum destinati agli amministratori locali, alle prefetture e alle Forze di polizia, elaborati dall’organismo tecnico di supporto all’Osservatorio nazionale presso il Viminale, con l’invito a raccogliere eventuali proposte di implementazione. Prevenire investendo sulla formazione e sulla sensibilizzazione nelle scuole è una delle linee d’azione comuni allo scopo di creare terreno fertile per consolidare la cultura della legalità, del rispetto delle istituzioni e dei loro rappresentanti.
Nel vademecum destinato a prefetture e Forze di polizia si richiama, tra l’altro, la necessità di mantenere rapporti costanti con i rappresentanti delle amministrazioni locali, intercettando i segnali di insoddisfazione sul territorio, per poter prevenire precocemente eventuali intimidazioni velate, prestare particolare attenzione ai periodi di maggiore sovraesposizione mediatica, come in occasione delle campagne elettorali. A tal fine si suggerisce di elaborare strategie d’intervento ritagliate sui diversi contesti territoriali.
Sviluppare un dialogo continuo con le Forze di polizia, prestare attenzione nell’utilizzo dei social network, curare le iniziative per la riqualificazione di ambienti territoriali degradati ed elevare la percezione della sicurezza, anche attraverso iniziative di sicurezza partecipata, sono invece le indicazioni contenute nel vademecum rivolto agli amministratori locali.
Fonte: Ministero dell’interno