“Il Governo Renzi fa benissimo a chiedere con forza all’Unione europea che ci si concentri finalmente sulla crescita anzichè sull’austerità. E’ la cosa più intelligente che un Governo possa fare in questa fase”. E’ uno dei commenti rilasciati dal premio Nobel per l’economia Amartya Sen, profeta della Sharing Economy, giunto a Roma per partecipare a un convegno su Piero Sraffa all’Accademica dei Lincei. Tra un convenevole e l’altro, il filosofo-economista indiano ci regala alcune osservazioni sui temi di più scottante attualità. “Il rallentamento della Cina è l’evento centrale di questa fase – spiega – Pechino è una parte molto grande dell’economia globale, e quello che accade lì è di certo ben più importante di quello che può succedere in India o Brasile che hanno altri problemi. Oggi, il vero nodo dell’economia del mondo è la Cina”. Soffermandosi poi sull’Europa, Amartya Sen smentisce chi abbia voluto annoverarlo fra i nemici tout court dell’euro e approva la posizione del premier Renzi tesa a ‘stressare’ Bruxelles sulla crescita. “Io non ho mai criticato la costruzione europea, tutt’altro – precisa – L’Europa che ho in mente è ancora quella di Ventotene. Semmai, non ho condiviso la creazione di una unione monetaria sganciata da una costruzione politica. Quindi, se oggi un Governo fa sentire la sua voce a Bruxelles per chiedere che si faccia di più per la crescita e si smetta di pensare solo all’austerità, credo che quel Governo stia andando nella direzione giusta. Anche se credo del resto che la crescita non sia sufficiente da sola. Prendiamo il caso dell’India che cresce a ritmi vertiginosi, ma che poi non fa abbastanza per la salute dei suoi cittadini o per la scuola. E’ il welfare che va sostenuto. La leadership europea, compresa la Bce a partire dal 2008, si è mossa sulla linea sbagliata. Ben venga quindi un cambiamento di registro”.