Il provvedimento fa parte della strategia complessiva di programmazione dello sviluppo infrastrutturale e dei trasporti “Connettere l’Italia”, contenuto nell’Allegato al Def 2016-2017 e identifica gli asset strategici per lo sviluppo del Paese, le città e i poli turistici, al pari dei siti manifatturieri industriali. Il documento disegna un modello basato sulle porte di accesso del turismo in Italia: porti, aeroporti e stazioni ferroviarie particolarmente rilevanti per il turismo internazionale, nonché interconnesse alle reti locali e nazionali, sovrapponendo quelle di mobilità ai principali siti turistici (Unesco, Eden, ecc…). Una grande importanza è rivestita anche dall’infrastruttura digitale, considerata un elemento strutturale determinante per garantire la qualità dell’offerta di mobilità turistica.
Tra i principali obiettivi del Piano vi è il turismo più accessibile, che riduca i tempi di connessione tra le porte di accesso e i siti dedicati, adeguando infrastrutture e mobilità nei diversi distretti, in un’ottica di intermodalità e integrazione tra servizi.
Di questo obiettivo fa parte il progetto Easy Station, con investimenti di circa 2 miliardi di euro per il miglioramento di 620 stazioni in termini di accessibilità (ascensori e rampe, segnaletica, percorsi tattili, illuminazione), funzionalità, decoro e sicurezza, nonché informazioni al pubblico. A questo si aggiunge circa un miliardo di euro per il miglioramento delle reti ferroviarie di collegamento con le porte di accesso per via aerea (Milano, Bergamo, Roma Fiumicino, Catania, Genova) e oltre 2,6 miliardi di euro per il completamento e l’avvio di nuovi interventi nel settore dei sistemi di trasporto rapido di massa nelle aree urbane e metropolitane. Un turismo, insomma, che valorizzi le infrastrutture promuovendo il recupero di quelle dismesse e sappia valorizzare il potenziale dei sistemi di trasporto del Paese in un’ottica che vede le infrastrutture come luoghi di scambio sociale e culturale. A tal fine è previsto, infatti, il recupero di 28 Case cantoniere posizionate in prossimità di circuiti culturali e turistici, di cammini e di ciclovie, con la valorizzazione delle stazioni senza presidio mediante comodato gratuito ad associazioni no-profit. A questo si affianca l’istituzione di ferrovie turistiche attraverso il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico.
Verranno altresì sviluppate piattaforme big e open data per la raccolta di informazioni sulla mobilità turistica e l’upgrading tecnologico delle infrastrutture di trasporto con soluzioni per l’offerta di servizi digitali integrati lungo tutta l’esperienza di viaggio del turista. Questo potrà garantire anche una maggiore sicurezza dei viaggiatori e delle infrastrutture di trasporto. Open trasporti, dunque, piattaforma nazionale di servizi per raccogliere ed offrire dati sulla mobilità nazionale.
Vi saranno inoltre smart station per abilitare servizi innovativi al viaggiatore all’interno delle stazioni stesse e smart road con la digitalizzazione, ad esempio, dell’Autostrada del Mediterraneo, che è la prima smart road italiana con hotspot wi-fi ogni 300 metri, punti dedicati per fornire energia rinnovabile e droni per il monitoraggio del traffico.
Il Piano comprende, infine, reti infrastrutturali per la mobilità ciclo-pedonale (ciclovie) con finalità turistiche integrate con il trasporto convenzionale. Una mobilità sicura per i viaggiatori che si spostano a piedi o in bicicletta. In quest’ottica si inserisce la realizzazione del sistema delle ciclovie turistiche (6.000 chilometri complessivi) con investimenti per oltre 180 milioni euro e il Progetto Valore Paese, Cammini e Percorsi, che prevede la riqualificazione e il riuso a fini turistico-ricettivi di oltre 300 immobili pubblici situati lungo percorsi ciclo-pedonali ed itinerari storico-religiosi, nonché 60 milioni di euro per la valorizzazione di cammini di rilevanza nazionale, come la Via Francigena e l’Appia Regina Viarum.