Con la sentenza 5671/2025 i giudici della settima sezione del Consiglio di Stato hanno chiarito che una tettoia adibita in via di mero fatto ad uso commerciale (sala ristorante) è da considerarsi abusiva qualora in base al titolo edilizio (concessione in sanatoria) l’area da destinare a locale commerciale sia un’altra, con diversa superficie, mentre quella di cui si controverte nel detto titolo edilizio sia qualificata quale “superficie accessoria”; parimenti abusivo deve intendersi il “parapetto” necessario per la fruizione del ristorante, non potendo ritenersi lo stesso ricompreso nel titolo edilizio, anche se non rappresentato nei relativi grafici di progetto, non coprendo detto titolo l’utilizzo dell’area in questione quale sala ristorante. (1)
Peraltro i giudici di Palazzo Spada sottolineano che la pretesa di estendere il titolo edilizio (in sanatoria) a un’opera non ricompresa negli allegati grafici di progetto si pone in contrasto con il principio, elaborato in via giurisprudenziale, secondo cui si applicano agli atti amministrativi le regole interpretative previste dagli artt. 1362 e segg. c.c. in materia di contratti, con preminenza del criterio dell’interpretazione letterale, senza attribuire a tali atti significati impliciti o inespressi, che contrasterebbero con il principio stesso di legalità. (2).
La sentenza richiama, quanto al principio elaborato in via giurisprudenziale, Cons. Stato, sez. VII, 9 dicembre 2024, n. 9907; sez. VI, 9 novembre 2020, n. 6859; 6 marzo 2018, n. 1447; sez. IV, 5 luglio 2020, n. 3552; sez. V, 3 maggio 2019, n. 2876.
(1) Non risultano precedenti negli esatti termini
(2) Non risultano precedenti negli esatti termini
Fonte: Ufficio Massimario del Consiglio di Stato