Sorgerà in Canada, a Toronto, sulle rive dell’Ontario, il modello universale di smart city secondo Google. Il gigante della Rete ha acquisito per il tramite di Sidewalk Labs (una consociata) un’area industriale dismessa di 800 acri che ospiterà un progetto pervasivo d’innovazione ipertecnologica basato sul monitoraggio costante di tutti gli aspetti della vita associata. L’inizio dei lavori a fine anno. In altre parole, sfruttando al massimo le reti dati ultra veloci e tutte le nuove tecnologie messe a disposizione dal colosso californiano, si potranno conseguire risultati sorprendenti: controlli in remoto di bus, auto, illuminazioni stradali, manutenzioni, luci dei semafori, controllo e gestione rifiuti, ma anche robot e automi che si spostano in tunnel sotterranei per consegnare e trasferire beni. Insomma, gli effetti speciali della fiction cinematografica resi realtà funzionale. Un esempio per tutti: il sofisticato sistema di controllo dell’andamento metereologico implementato grazie a costruzioni e artifizi in grado di fermare la pioggia e gestire l’ombreggiamento nelle giornate estive. Sorprendente sarà anche l’approccio alla sostenibilità ambientale: grazie all’uso di un materiale ad altissima efficienza energetica come il pregiatissimo legno canadese, che verrà utilizzato per tutti gli edifici (anche e soprattutto quelli multipiano), Quayside promette una riduzione di oltre il 70% di gas serra emessi e del 65% del consumo di acqua potabile. Un sogno realizzato, dunque? Forse sì, c’è un problema, però: che ne sarà della privacy degli abitanti del “quartiere prodigio”? Monitorati e controllati in ogni attimo e atto della propria esistenza, avranno una qualità della vita migliore o si troveranno intrappolati in una gabbia elettronica e virtuale più claustrofobica di quella materiale?