Il primo ‘G20 delle Spiagge italiane (G20s)’, ideato e organizzato dal Comune di San Michele al Tagliamento-Bibione, in collaborazione con Bibione Live – Consorzio di Promozione Turistica e con il patrocinio della Regione Veneto, è un evento che riguarda una tipologia molto particolare di comuni italiani medio-piccoli, che costituiscono una fetta del settore turistico nazionale da oltre 60 milioni di presenze in ogni stagione estiva.
Il summit, primo di questo genere, è stato lanciato in Italia con la volontà di farne un appuntamento annuale e itinerante lungo tutta la penisola. Amministratori pubblici, tecnici del turismo, studiosi e decision maker a confronto per definire le linee guida dello sviluppo strategico del turismo balneare del Belpaese, partendo da tre pilastri fondamentali: sostenibilità, innovazione e progettazione strategica. Il 13% dei comuni italiani è dato da comuni costieri, che generano il 53% delle presenze turistiche nazionali. E proprio sui dati delle presenze ci si è basati per selezionare le 20 spiagge che entrano a far parte di questo gruppo e che rappresentano la spina dorsale del turismo italiano, con milioni di presenze ogni anno.
Al G20s sono presenti le località balneari di sette regioni: oltre alla Toscana con Castiglione della Pescaia, saranno presenti le spiagge venete di Bibione, Cavallino Treporti, Jesolo, Caorle e Chioggia; le friulane Lignano Sabbiadoro e Grado, la riviera romagnola con Rimini, Riccione, Cesenatico, Bellaria-Igea Marina, Comacchio, Cervia e Cattolica; la Campania con Sorrento, Forio e Ischia; Vieste per la Puglia; la Costa Smeralda con il comune di Arzachena.
L’individuazione dei 20 comuni partecipanti è basata su un criterio quantitativo: il numero di presenze dei turisti negli esercizi ricettivi delle spiagge italiane. ”Un parametro oggettivo, che fa riferimento ai dati Istat riferiti all’anno 2016 – spiega Adriana Miotto, responsabile per i contenuti scientifici G20s – e che include le destinazioni che incentrano le loro presenze turistiche in modo esclusivo sul prodotto balneare”.
Per quanto riguarda, invece, la definizione delle tematiche sulle quali ci si confronta, ”sono state individuate le principali sfide che si troveranno ad affrontare le destinazioni balneari nel prossimo futuro”, chiarisce Miotto. “Stiamo parlando, infatti, di località turistiche – sottolinea – che hanno in comune problematiche legate alla gestione ambientale, all’alta densità turistica, alla necessità di destagionalizzare l’offerta, all’abusivismo commerciale, alla gestione della sicurezza delle spiagge, all’accessibilità e alla progettazione dei waterfront”. Non dimentichiamoci, poi, che si tratta per la maggior parte di comuni piccoli, alcuni hanno meno di 10 mila residenti, come ad esempio Lignano, Grado e Castiglione della Pescaia, e si trovano però a dover gestire dei flussi ingenti. È quindi fondamentale affrontare insieme queste sfide e favorire un confronto e uno scambio di best practice, a più livelli, per arrivare alla definizione di linee strategiche comuni che siano in grado di portare un valore aggiunto alle varie policies regionali e nazionali”.
I risultati del G20s confluiranno in un documento d’indirizzo in grado i incidere sui piani di sviluppo strategici, a livello comunale, regionale e anche nazionale. L’obiettivo più immediato del summit è infatti la creazione di un vero e proprio coordinamento tra le destinazioni balneari italiane, in grado di applicare, da un lato, le metodologie e i modelli forniti dal Piano strategico di sviluppo del turismo (Pst) e, dall’altro, di fornire ‘dal basso’ dei validi contributi allo stesso Pst 2017-2022 e alle varie programmazioni regionali.