Una recente pronuncia del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia (TAR) stabilisce un principio importante in materia di appalti pubblici: l’esclusione di un concorrente da una gara non è legittima se l’unica ragione è la mancata presentazione del manuale d’uso del prodotto in lingua italiana.
No alle esclusioni per violazioni formali
Secondo i giudici della sezione II del TAR Lombardia, la previsione, spesso contenuta nei capitolati tecnici, che impone la produzione del manuale in italiano, deve essere interpretata in modo restrittivo e soprattutto non escludente. La ragione risiede nel principio di tassatività delle cause di esclusione, stabilito dal Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023).
Questo principio mira a:
- Favorire la massima partecipazione alle gare d’appalto.
- Impedire le esclusioni basate su violazioni puramente formali o su difetti che non toccano i requisiti tecnici minimi essenziali.
L’obbligo del soccorso istruttorio
Quando un concorrente presenta il manuale d’uso in una lingua diversa dall’italiano (ad esempio, in inglese), l’amministrazione non può semplicemente escluderlo. Al contrario, è tenuta ad attivare il soccorso istruttorio previsto dall’articolo 101 del D.Lgs. n. 36/2023.
I giudici qualificano la presentazione di un manuale in lingua straniera come una mera irregolarità dell’offerta, e non come una causa di esclusione automatica.
In sede di soccorso istruttorio, la stazione appaltante potrà richiedere al concorrente la produzione di una traduzione giurata del manuale. Questa richiesta serve a garantire la piena rispondenza tra il documento originale depositato in lingua straniera e la sua versione in italiano, prevenendo così eventuali contestazioni sulla validità della traduzione.
La sentenza del TAR Lombardia si pone in linea con l’orientamento già espresso da altri tribunali amministrativi e dal Consiglio di Stato (come citato in nota, tra cui Cons. Stato n. 6383/2022).
Fonte: Ufficio massimario della Giustizia amministrativa