Alla 58a edizione, il Rapporto Censis interpreta i fenomeni socio-economici del Paese, nella 2° parte, la società italiana al 2024, vengono affrontate le questioni emerse nel corso dell’anno descrivendo la mutazione morfologica della nazione, i conti da far tornare, i fenomeni in chiaroscuro del sistema Italia. Nella 3° e 4° parte si presentano le analisi per settori e ci soffermeremo sull’analisi inerente “la sicurezza e la cittadinanza e i nuovi italiani, figli dell’immigrazione”.
Nel 2023 i nati da almeno 1 genitore straniero sono stati 80.942, il 21% del totale: 1 neonato su 5, gli alunni con cittadinanza non italiana iscritti nelle scuole nell’anno 2023/24 sono 931.323, pari all’12%, una quota che raggiunge il 14% nella scuola primaria e il 13% nella scuola dell’infanzia. Le famiglie con 1 componente della coppia straniero sono 2,6 mln., il 10% del totale e oltre 1 milione i minori stranieri residenti in Italia: il 12% del totale.
Secondo l’indagine Censis, il 91% dei giovani di 2° generazione (nati in Italia o giunti in età prescolare, con 1 genitore che ha vissuto un’esperienza migratoria) ha visitato 1 volta il Paese di origine e l’80% prova un sentimento di orgoglio per quel luogo e desidera conoscerne la storia e le tradizioni, il 42% partecipa a comunità virtuali in cui si discute di cibi e prodotti del Paese dei genitori. E Il loro sistema relazionale? Il 93% ha amici italiani e l’89% ha amici stranieri, in casa il 57% parla solo l’italiano, il 24% solo la lingua dei genitori e il 18% sia l’italiano che un’altra lingua. Il 45% sente di essere sia italiano che straniero, il 40% si sente solo italiano e il 15% sente di appartenere al Paese di origine.
Sempre secondo l’indagine, il 41% della popolazione è convinto che gli italiani abbiano una tendenza alla discriminazione, il 47% tra i 18-34enni e il 58% ritiene che la tendenza sia in aumento. Per il 52% dei giovani di 2° generazione, nati in Italia da almeno 1 genitore con passato migratorio o cresciuti nel Paese, gli italiani hanno questa tendenza. Il 62% ha subito discriminazioni in passato, il 26% ne è vittima e il 75% conosce ragazzi di origine straniera vittime di questa tendenza. Al 23% è stato rifiutato un impiego a causa dell’origine e il 29% non ha ottenuto una casa in affitto perché straniero. Tra loro, il 64% è convinto che le discriminazioni in Italia stiano aumentando, in effetti, i crimini d’odio commessi nel Paese sono più che raddoppiati in 8 anni: 555 nel 2015, saliti a 1.393 nel 2022. Quelli di natura xenofoba, sono triplicati: dai 369 del 2015 ai 1.105 del 2022 (+199%).
Ma i comuni devono dire grazie ai cittadini stranieri, sono 3.833 i comuni delle aree interne, dove risiede il 23% della popolazione, in cui lo spopolamento è rilevante. Tra il 2014 e il 2023 i residenti sono diminuiti del 5%, più della riduzione della popolazione nazionale (-2%). L’ andamento è il risultato di 2 tendenze divergenti: -5% di italiani nel decennio e +7% di stranieri. Delle 13 milioni di persone che risiedono nei comuni delle aree interne, il 54% vive nelle regioni del Sud e nelle isole, dove la popolazione si è ridotta nell’ultimo decennio del 6%: -7% di italiani, ma +17% di stranieri. I reati commessi in Italia nel 2023 sono stati 2.341.574, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente e dell’2% rispetto al 2019, un nuovo ciclo per la criminalità del dopo Covid? tra i reati aumentati quelli violenti: gli omicidi volontari (341 nel 2023), i tentati omicidi (1.033), le rapine (28.067) e quelli compiuti tra le mura domestiche.
Gli atti persecutori sono aumentati del 22% tra il 2019 e il 2023 e del 5% nel 2024, i maltrattamenti nei confronti di familiari o conviventi del 21% e del 3%. Dei 341 omicidi volontari compiuti nel 2023, 147 (43%) sono omicidi domestici, avvenuti tra soggetti appartenenti alla stessa famiglia, e 96 hanno vittime di sesso femminile. A settembre del 2024 gli omicidi in ambito familiare commessi dall’inizio dell’anno erano 99, contro i 109 dello stesso periodo dell’anno precedente. Aumentano anche i reati digitali: 302.020 truffe e frodi informatiche nel 2023 (+42% dal 2019 e +10% nell’ultimo anno).
Le aree metropolitane sono ai vertici della graduatoria della criminalità: Milano al 1° posto, con 70 reati ogni 1000 abitanti nel 2023, a seguire Roma e Firenze, con 60,7 e 60,5 casi ogni 1000 abitanti. Dal 2019 al 2023 la criminalità è aumentata a Roma (+17% di reati), Torino (+7%), Milano (+5%) e Napoli (+4,8%), la provincia di Lodi è quella in cui si osserva il maggior incremento relativo (+21%).
Il gender gap della paura: nel 2023 sono stati commessi 19.538 atti persecutori, 25.260 maltrattamenti contro familiari e conviventi, 6.231 violenze sessuali: reati che nel 75% dei casi hanno le donne come vittime. Nei primi 6 mesi del 2024 gli atti persecutori sono stati 8.592 (con il 74% di vittime donne), i maltrattamenti 12.424 (l’81% contro donne), le violenze sessuali 2.923 (91% di vittime di genere femminile). Aumentano anche le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa e dei divieti di avvicinamento: 2.575 violazioni nel 2023 e 1.540 nei primi 6 mesi del 2024. Per quanto riguarda la diffusione illecita di immagini o contenuti video sessualmente espliciti, sono stati 1.405 i casi registrati nel 2023 e 698 nei primi 6 mesi del 2024.
I reati di genere alimentano la paura delle donne: l’80% è guardinga con gli sconosciuti, il 61% evita di indossare preziosi quando esce di casa, il 52% evita determinati quartieri della città, il 43% non esce da sola dopo il tramonto, il 41% ha paura di tornare a casa da sola di sera, il 27% segnala ai parenti la localizzazione attraverso i dispositivi digitali.
Fonte: Censis