Come riuscire ad alleggerire la presa sull’età del pensionamento senza ricadere sul bilancio pubblico? Le ipotesi avanzate sono molteplici e tra queste: prestito previdenziale, anticipo con penalizzazione variabile, prelievo sulle pensioni “d’oro”, o forse la possibilità di trovare un denominatore comune tra le tre. Sta di fatto che in questo già complesso ragionamento l’intervento del presidente dell’Inps Tito Boeri sui trentenni che rischiano di andare in pensione over 70 a causa dei buchi accumulati nella contribuzione per periodi prolungati di disoccupazione dà molto da pensare. “Visto il livello della disoccupazione giovanile e dato che rischiamo di avere intere generazioni perdute all’interno del nostro Paese e dato che invece abbiamo bisogno di quel capitale umano, credo sia importante intervenire in tempi stretti”.
Intanto guardo altri dati l’Osservatorio dell’Istituto nazionale della previdenza sociale sul monitoraggio dei flussi di pensionamento sottolinea che nei primi tre mesi del 2016, le nuove pensioni liquidate dall’Inps sono state 95.381, con un calo del 34,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (145.618). l’Osservatorio ricorda come quest’anno siano scattati sia l’aumento dell’aspettativa di vita (quattro mesi per tutti), sia i nuovi requisiti per le donne (passate da 63,9 anni del 2015 agli attuali 65,7). Crollano gli assegni sociali che, per gli anziani privi di reddito o con redditi bassi sono andati da 13.033 a 7.501 (-42,4%). Le pensioni liquidate dal Fondo lavoratori dipendenti nel primo trimestre di quest’anno sono state 55.938, con un calo del 31,6% rispetto alle 81.861 liquidate nel primo trimestre 2015. Gli assegni versati ai coltivatori diretti sono stati 6.636 (erano 9.631 nello stesso periodo del 2015), mentre quelli rivolti agli artigiani sono stati 11.145 (18.670 nel primo trimestre 2015). Le nuove pensioni erogate ai commercianti sono state 8.226 (erano 14.245 nel 2015), mentre quelle versate ai parasubordinate sono state 5.935 (erano 8.178 nel primo trimestre dello scorso anno). Si registra un crollo per i nuovi assegni sociali liquidati, che passano da 13.033 a 7.501 a causa dell’aumento di quattro mesi dell’età minima, che è passata ad inizio anno da 65 anni e tre mesi a 65 anni e sette mesi. L’assegno medio mensile per i lavoratori parasubordinati liquidate nel primo trimestre di quest’anno è stato di 169 euro (erano in media 161). L’Osservatorio Inps sul monitoraggio dei flussi di pensionamento mette in evidenza come nel periodo preso in esame le pensioni erogate ai parasubordinati siano state 5.935 e come l’età media alla decorrenza sia stata di 68 anni e sei mesi (era 67,6 nel primo trimestre 2015). I dati tengono conto del sistema contributivo e si rifanno agli ultimi vent’anni.
La partita insomma va giocata sul fronte del lavoro e su quello delle pensioni: due facce della stessa medaglia.