Circa 300 i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata saranno riutilizzati per finalità sociali.
Lo ha deliberato nei giorni scorsi il consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) riunito nella sede centrale dell’ente, a Roma.
Buona parte dei beni destinati dal consiglio direttivo sarà trasferita al patrimonio indisponibile di enti territoriali, offrendo così nuove opportunità a territori e popolazioni che hanno subito la piaga della criminalità.
Di particolare rilievo le destinazioni relative a beni situati nella Sicilia Occidentale, 170 dei quali – del valore di più di tre milioni di euro – al comune di Caltanissetta, che li utilizzerà per progetti di agricoltura sociale, in particolare per attività finalizzate all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità e alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche.
Lo stesso comune nella delibera con la quale ha manifestato interesse all’acquisizione del bene ha evidenziato l’intenzione di consentire “il pieno utilizzo di tutti i beni confiscati alla criminalità organizzata, per fare nascere da quelle strutture luoghi dove vengano svolte attività sociali al servizio del territorio, al fine di rafforzare e accrescere la cultura della legalità e creare un’opportunità di sviluppo e di lavoro in un contesto sofferto ma desideroso di cambiamento, con l’obiettivo di creare centri e luoghi di aggregazione, al fine di combattere il disagio sociale, l’emarginazione, l’isolamento, la disoccupazione che costituiscono fenomeni che riguardano soprattutto i giovani e generano comportamenti deviati alla base dei processi di crescita criminale”.
Tra i beni mantenuti al patrimonio dello Stato, invece, una palazzina situata a Limbadi, provincia di Vibo Valentia, sarà impiegata come nuova sede della stazione dell’Arma dei Carabinieri. Confiscata nel 2005 a esponenti del clan Mancuso, nota famiglia di ‘ndrangheta della provincia coinvolta in attività illecite tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti, è stata destinata nel 2008 al comune di Limbadi che, al termine di una serie di interlocuzioni che hanno coinvolto la prefettura e le istituzioni interessate, ha recentemente rinunciato alla destinazione del bene, per una nuova assegnazione in favore dell’Arma.
«È stato così realizzato ancora una volta un interesse collettivo di grande valore istituzionale e sociale oltre che fortemente simbolico – ha commentato il sottosegretario all’Interno con delega alle attività di competenza dell’Anbsc Wanda Ferro – in quanto il bene, sottratto a esponenti di una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta, diventerà un presidio di legalità e sicurezza a vantaggio della comunità, affermando una vittoria dello Stato contro il potere mafioso sul territorio».
Prevista in tempi rapidi, con la firma, a breve, del decreto di destinazione da parte del direttore dell’Agenzia, la ristrutturazione della palazzina, per la quale sono già stati individuati i fondi.
Fonte: Ministero dell’Interno