Per completare la riforma del catasto arriva l’Archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane (Anncsu). E’ infatti pronto il decreto che regola la nuova banca dati, che sarà realizzata dall’Istat e dall’Agenzia delle Entrate. L’intesa per sboccare il provvedimento è all’ordine del giorno della Conferenza unificata di oggi. Dalla bozza del testo emerge come “l’infrastruttura tecnologica” dell’Anncsu dovrà essere messa a punto entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta.
L’archivio nazionale dei numeri civici è un “cervellone” informatico che mapperà tutto il territorio rendendo difficile la sopravvivenza della cosiddette “case fantasma”, ovvero gli immobili nascosti al fisco. Vie, piazze, vicoli, abitazioni, uffici, locali (con tanto di accessi interni, esterni, principali e secondari) confluiranno in un registro unico, digitale e aggiornato in tempo reale.
La sigla ufficiale è Anncsu, un acronimo complicato da pronunciare che sta per “Archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane”. L’obiettivo è avere un magazzino di informazioni, su strade e indirizzi, affidabili, completi, informatizzati, senza duplicazioni, e inseriti attraverso un meccanismo di codificazione omogeneo, che permetta alle varie banche dati di dialogare.
Dalla bozza del decreto si ricava una “timeline” serrata da rispettare. La prima tappa è fissata a soli «30 giorni» di tempo dalla pubblicazione del provvedimento in gazzetta ufficiale. Entro un mese, infatti, Istat e Agenzia delle Entrate dovranno aver messo a punto «l’infrastruttura tecnologica» dell’Anncsu. Si tratta di integrare “data-set” oggi separati, quello statistico e quello fiscale.
Un ruolo di primo piano spetta ai Comuni: saranno loro a popolare il nuovo archivio, tanto che, si legge nello schema di Dpcm, «nei successivi sessanta giorni» ciascun municipio sarà chiamato a comunicare «il nominativo e i riferimenti del responsabile preposto alla tenuta dello stradario e indirizzario comunale, abilitato alle funzionalità di inserimento e di modifica dei dati».
Nella database confluiranno perciò milioni di indirizzi, ma non si tratta di una semplice fotografia dell’esistente. È prevista la stesura del cosiddetto «piano ecografico», per cui il comune «assegna a ciascuna area di circolazione una propria distinta denominazione nonchè un numero civico progressivo a ciascun accesso ad essa appartenente».
Il processo rientra nel piano per il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che lo stesso decreto disciplina, prevedendo la conclusione della fase di lancio, affidata sempre all’Istat, entro la fine del 2017. Intanto già oggi si dovrebbe raggiungere l’intesa in conferenza unificata, con Regioni e Anci, sul provvedimento. Poi toccherà all’Istituto di statistica e all’Agenzia delle Entrate, che dovranno definire le specifiche tecniche per l’accesso all’Archivio dei numeri civici.