Censis e lisfa (Associazione Italiana Digital Forensics) hanno presentato in Senato il Rapporto “Il valore della cybersecurity in Italia”, una priorità dell’agenda digitale ed emerge che 8 italiani su 10, si sono imbattuti una volta in una minaccia informatica.
Nel corso del 2022 il 76% degli italiani si è imbattuto in una minaccia informatica, con l’87% tra i 18 e 34enni, smishing e phishing le tecniche più utilizzate; il 60% ha ricevuto un sms o un messaggio su Whatsapp con inviti a cliccare su link dubbi, il 56% ha ricevuto e-mail in cui venivano richieste informazioni sensibili da parte di account falsi di banche, l’obiettivo dell’hacker è di ottenere dati bancari o personali.
Le indagini mostrano un calo nella consapevolezza dei rischi, il numero di chi afferma di conoscere la cybersecurity è sceso dal 58% al 50%. Nel 2022 sono raddoppiati gli attacchi informatici alle infrastrutture, +138% rispetto al 2021, stando alle ricerche della Polizia postale e delle telecomunicazioni (12.947 nel 2022, 5.334 nel 2021). Inoltre, tra il 2012 e il 2021, i reati informatici denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di Polizia sono raddoppiati (+155%), con Milano e Roma in testa con il più alto numero di segnalazioni.
Il cyber risk può avere un impatto sulla vita delle persone, condizionando i comportamenti, il 62% degli intervistati è preoccupato, mentre il 53% ha paura che i dati possano essere rubati, 1/4 della popolazione limita i collegamenti alla rete e la presenza online.
Per quanto riguarda le aziende, nel 2022 il 20% dei lavoratori ha riscontrato un problema informatico, il 12,8% ha sperimentato un sabotaggio e una sospensione dei servizi aziendali, mentre l’11% un attacco informatico agli account social e al sito; nel 2022 le compagnie con 10 addetti che hanno avuto un problema di sicurezza sono state il 15%, circa 30.000 unità.
Le imprese continuano ad avere difficoltà a trovare esperti, dato confermato dall’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, secondo cui servirebbero 100.000 esperti per compensare la domanda. Tra le professioni più ricercate il software developer, il data engineer, ma anche il cyber security specialist, figura di riferimento per la transizione digitale; questo ha spinto le università a sviluppare nuove lauree: 13 nel 2022 e 26 nel 2023, con 234 corsi universitari in cui è presente la cybersecurity come materia d’insegnamento.
Fonte: Censis