Una parte preponderante del territorio italiano si connota per un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni che, in molti casi, sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi essenziali. Le specificità di questo territorio possono essere riassunte utilizzando l’espressione “Aree Interne”. La Mappa delle Aree Interne – spiega l’Istituto nazionale di statistica -è uno strumento che guarda all’intero territorio italiano nella sua articolazione a livello comunale e identifica i Comuni con un’offerta congiunta di tre tipologie di servizio – salute, istruzione e mobilità – denominati Poli/Poli intercomunali. Rappresenta anche tutti gli altri Comuni in base alla loro distanza da questi Poli (in termini di tempi medi effettivi di percorrenza stradale), classificandoli in quattro fasce a crescente distanza relativa – Cintura, Intermedi, Periferici, Ultraperiferici – e, quindi, con un potenziale maggior disagio nella fruizione di servizi. I Comuni classificati come Intermedi, Periferici e Ultraperiferici rappresentano l’insieme delle Aree Interne del nostro Paese. La Mappa delle Aree Interne 2014, di riferimento per la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI) e inclusa nell’Accordo di Partenariato (AP) 2014-2020, è stata realizzata in un percorso metodologico che ha visto coinvolti, oltre all’Istat, la Banca d’Italia e le Regioni.
Per il ciclo di programmazione 2021-2027, infatti, l’Istat ha realizzato un aggiornamento della Mappa1 che dà conto della presenza dei servizi a fine 2019. Tra le novità di questo aggiornamento – che ha peraltro confermato il ruolo della SNAI sia nella proposta del nuovo Accordo di Partenariato, sia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR2 – è da segnalare l’introduzione di tecniche di calcolo delle distanze più evolute e precise mentre sono rimasti pressoché invariati gli aspetti metodologici. I lavori hanno anche beneficiato di una fase di verifica tecnica con le Regioni che ha consentito di procedere alla correzione di alcuni dati di base (relativi alla collocazione dei servizi) migliorando la qualità delle informazioni. Entrambe le mappature – 2014-2020 e 2021-2027 – sono disponibili tra le geografie “con finalità di policy” presenti nell’applicativo Istat “Atlante Statistico dei Comuni” (ASC, http://asc.istat.it). Quasi metà dei Comuni italiani nelle Aree Interne del Paese La nuova mappatura delle Aree Interne ha evidenziato la seguente classificazione dei Comuni italiani: – 241 Comuni sono classificati come Polo (182) o Polo intercomunale (59) in quanto presentano congiuntamente l’offerta dei tre servizi essenziali considerati; – 3.828 Comuni (48,4%) sono collocati a distanze relativamente contenute (inferiori alla mediana della distribuzione delle distanze) da un Polo o da un Polo intercomunale e costituiscono l’insieme dei Comuni definiti di Cintura; questo insieme rappresenta il cluster più numeroso; – 1.928 Comuni Intermedi (24,4%) che rappresentano il primo cluster di Aree Interne (distanza dal più vicino Comune Polo o Polo intercomunale compresa tra la mediana e il 3° quartile); – 1.524 Comuni (19,3%) classificati come Periferici, cioè Comuni la cui distanza dal più vicino Comune Polo o Polo intercomunale è compresa tra il 3° quartile e il 95esimo percentile; – 382 Comuni (4,8%) classificati come Ultraperiferici, cioè presentano una distanza dal più vicino Comune Polo o Polo intercomunale superiore al 95esimo percentile.
Fonte: Istat