Le piattaforme web sono una componente essenziale della vita quotidiana, ma 6 italiani su 10 temono per la sicurezza informatica, la maggioranza è favorevole al 5G, è quanto emerge dal Rapporto «Vivere e valutare la digital life» realizzato dal Censis in collaborazione con WINDTRE presentato ieri alla Sala conferenze della Camera dei deputati dal Segretario Generale del Censis, Giorgio De Rita.
Connessione alla digital life? gli italiani fanno da soli. Il 71,5% dei cittadini dotati di una connessione a internet utilizza sia la rete fissa che la mobile, il 17,7% solo la linea mobile, il 10,8% solo la rete fissa. Immersi nella digital life, gli utenti ricorrono alla combinazione di infrastrutture fisse e mobili per garantirsi l’accesso sempre, ovunque e comunque, ma Cosa è richiesto agli operatori di rete? connessioni veloci, con un’alta qualità e fluidità di contenuti (51,6%), connessioni affidabili, senza incorrere in interruzioni (41,7%), un servizio di assistenza rapido e accessibile in caso di guasti o di problemi amministrativi (31,1%). Il 43,9% degli italiani (51,5% tra i laureati e al 55% tra i giovani) pagherebbe qualcosa in più pur di avere la connessione con i requisiti indicati.
Ma il lato oscuro della digital life ha il volto delle cyber-minacce, il 56,6% degli italiani (e il 61,9% dei giovani) infatti, ha paura per la propria sicurezza informatica quando svolge operazioni bancarie online. I ripetuti attacchi informatici a istituzioni, imprese e cittadini spaventano di più di quanto si tema il libero accesso alla rete da parte dei minori (34,7%), i rischi di dipendenza dal web e le minacce alla salute mentale (23,7%) e gli hater che aggrediscono le persone sul web (22%). I cyber-attacchi insidiano il diritto alla connessione, che per gli italiani dev’essere tutelato con protezioni adeguate alle minacce.
Il 5G, ad oggi, beneficia di un ampio consenso sociale, il 57,1% degli italiani (il 68,4% dei giovani, il 62,5% dei laureati) è favorevole a rendere la nuova tecnologia operativa ovunque, il 14,9% è contrario, convinto che faccia male alla salute, mentre il 28% è incerto. Il desiderio di non ritrovarsi con connessioni inadeguate spinge verso il consenso, mentre non decollano le tesi che associano alle reti di 5° generazione possibili rischi per la salute.
Le piattaforme digitali sono una parte integrante della vita quotidiana, il 64,8% di chi è dotato di una connessione le utilizza per ascoltare musica e podcast, il 64,7% per guardare film e serie tv, il 39,5% per seguire eventi sportivi, il 31,9% per leggere libri, il 19,3% per frequentare corsi di formazione. Il giudizio sugli effetti sociali dell’utilizzo di massa delle piattaforme è positivo, per il 49% ampliano la platea di persone che possono accedere a cultura e entertainment, per il 30,8% accorciano le distanze tra le generazioni, per il 30,6% riducono le differenze culturali tra i vari Paesi, minoritaria la quota di coloro che sottolineano gli svantaggi: il 17,9% ritiene che vi sia un eccesso di potere delle grandi piattaforme, il 17,5% teme che si amplino le disuguaglianze sociali e culturali in base alle disponibilità di connessione, il 14,3% vede il rischio di un crollo della qualità dell’offerta.
E infine come valutano i cittadini la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione? Il 46,3% è cauto, convinto che per ora abbia generato solo lievi miglioramenti; il 32,7% è entusiasta in quanto ritiene che abbia migliorato la Pa e lo farà ancora di più in futuro; il 21% è scettico, non vede benefici nell’immediato e ritiene che non ce ne saranno. Il 50,5% degli italiani dichiara di utilizzare personalmente i servizi online delle amministrazioni pubbliche quando sono disponibili, ad oggi il salto di qualità della Pa digitale è rinviato.