La possibilità di accesso alla “quarta area” per i funzionari pubblici già di ruolo e la creazione di specifiche figure professionali per l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati sono i temi trattati oggi pomeriggio dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, rispondendo alle due interrogazioni presentate al Question Time della Camera dei deputati.
Nel merito del primo quesito sulla possibilità di accesso per i funzionari di terza area già in servizio alla nuova area per le alte professionalità, la cosiddetta “quarta area” (introdotta dall’articolo 3, comma 3, del decreto “reclutamento” n. 80/2021 e poi prevista nell’accordo sul nuovo contratto del comparto Funzioni centrali), il ministro ha spiegato che le novità del Dl sono finalizzate a dare attuazione alla milestone n. 56 del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Obiettivo: realizzare una riforma radicale del pubblico impiego, che contempla la revisione del sistema di incentivazione e sviluppo delle carriere e della mobilità orizzontale e verticale. “Occorre fugare ogni dubbio – ha sottolineato il ministro – sul fatto che l’intervento normativo possa realizzare un effetto preclusivo per l’accesso alla dirigenza da parte dei funzionari non collocati nelle aree apicali”.
“Costoro, infatti – ha precisato Brunetta – potranno continuare a partecipare al corso-concorso bandito dalla Scuola nazionale dell’amministrazione”, al quale è destinata “una riserva di posti non inferiore al 50 per cento di quelli da ricoprire”, mentre l’intervento normativo introdotto con il decreto 80 ha stabilito che “una riserva ulteriore, non superiore al 30 per cento dei posti residui disponibili per l’accesso alla dirigenza, quindi solo il 15 per cento del totale, sia riservata da ciascuna pubblica amministrazione al personale in servizio a tempo indeterminato”, a patto che sia “in possesso dei titoli di studio previsti a legislazione vigente e che abbia maturato almeno cinque anni di servizio nell’area o categoria apicale”.
Si tratta, dunque, di “una ulteriore riserva di posti destinata a una qualifica superiore, che premia l’ulteriore specializzazione professionale del personale, perfettamente in linea con quanto previsto dal Pnrr e dagli standard europei e che non pregiudica la possibilità, per le amministrazioni, di utilizzare la rimanente quota di posti scoperti per altre tipologie concorsuali”.
“Pronto al dialogo sul popolamento quarta area”
Il ministro ha poi chiarito che “la qualificazione di ‘area o categoria apicale’ riferita ai funzionari in servizio” individua “il bacino professionale a cui destinare tale ulteriore opportunità di carriera, stante il diverso assetto delle categorie/aree giuridiche che, nei diversi comparti di contrattazione del pubblico impiego, si presentano difformi per numerosità e caratteristiche”. Con l’ipotesi di accordo siglata il 5 gennaio scorso per il Ccnl delle Funzioni centrali, l’agenzia Aran e le organizzazioni sindacali hanno individuato un’area delle “elevate professionalità” sovraordinata a quella dei funzionari di area terza. “Comprendo – ha aggiunto il ministro – che la circostanza che l’attuale ulteriore area sia di fatto priva di incaricati possa rendere necessaria una disposizione transitoria che consenta, nelle more del popolamento della nuova area apicale, di destinare la riserva di posti in parola al personale delle aree funzionali più elevate individuate alla luce del precedente assetto e che soddisfi i particolari requisiti di merito e di anzianità previsti dalla norma”. In questo senso, il ministro si è detto “pronto, come sempre” a “un dialogo costruttivo sia con il Parlamento che con le parti sociali”.
Attitudini e merito per incarichi in Agenzia beni confiscati mafie
Alla seconda interrogazione sulla necessità di “creare figure professionali nell’ambito delle strutture amministrative coinvolte a tutti i livelli, per garantire una migliore gestione dei beni confiscati da parte dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione di beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc)”.
Brunetta ha risposto che in base ai dati forniti dal ministero della Giustizia, l’Agenzia è attualmente dotata di “un organico di ruolo stabilito in 200 unità, di cui 19 dirigenziali e 181 non dirigenziali, al quale si aggiungono: un contingente di personale delle altre amministrazioni fino ad un massimo di 100 unità, delle quali fino a 20 appartenenti alle Forze dell’ordine; la collaborazione di 50 esperti nelle diverse materie di competenza (avvocati, commercialisti, urbanisti, esperto in fondi europei) che stanno fornendo supporto al personale dell’Agenzia nella trattazione di questioni specialistiche attraverso un’apposita convenzione con la società “Studiare Sviluppo” (partecipata al 100% dal Ministero Economia e finanze)”. Specificando poi che “l’effettivo popolamento dei ruoli si è concretamente avviato, a causa del pregresso blocco delle assunzioni, solo a partire dal 2020 attraverso l’adesione al concorso unico Ripam per la selezione di funzionari amministrativi”.
Dopo aver delineato questo quadro generale, il ministro ha specificato che in questo processo è stata dedicata “costante attenzione alla formazione e specializzazione del personale” per la realizzazione “di corsi specifici sulle procedure e sulla gestione dei beni confiscati”.
In linea con quanto auspicato nell’interrogazione, il ministro ha poi spiegato che con l’emendamento governativo 2.73 al Disegno di legge di Riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm (A.C. 2681), si interviene sulle “modalità di assegnazione degli ‘incarichi direttivi e semidirettivi’, ponendo l’attenzione su specifici fattori quali attitudini, merito, anzianità dei candidati, da valutarsi in conformità ai criteri dettati dal Consiglio superiore della magistratura, tarati sullo specifico riferimento all’incarico da ricoprire”.
Per quanto riguarda, infine, la destinazione dei beni immobili, anche in tempo di pandemia da Covid-19, “l’Agenzia ha individuato nella Conferenza di servizi in modalità remota lo strumento più idoneo per acquisire le manifestazioni di interesse rispetto ai singoli cespiti, da parte degli enti locali e delle Amministrazioni pubbliche interessate”, ha concluso Brunetta.
Fonte: Ministero per la Pubblica Amministrazione