I Comuni devono corrispondere il bollo pari a € 2,00 che viene applicato su ciascuna delle fatture elettroniche emesse per il servizio prestato (esente IVA) da Poste Italiane. Lo confermano gli esperti di Anci Risponde esaminando il caso di specie posto da un Comune, sia alla luce dell’art. 8 del Dpr. 642/72, sia considerando le clausole dell’accordo contrattuale intercorso fra l’ente locale e l’ente Poste Italiane. In particolare, gli esperti fanno notare che, sebbene nei rapporti con lo Stato l’imposta di bollo, quando dovuta, sia sempre a carico dell’altra parte. Siffatta eccezione non vale, invece, nei rapporti con gli enti locali.
E aggiungono, inoltre: “Ora, le più recenti pronunce ministeriali in tema di applicazione del Bollo sulle fatture elettroniche prevedono che il tributo resti a carico del fornitore. Tuttavia, occorre rilevare che il decreto sul Bollo non individua dei “soggetti passivi” tenuti in prima istanza all’applicazione del tributo, quanto invece dei “soggetti responsabili” del suo pagamento”. Di conseguenza, la conclusione cui pervengono gli esperti è chiara: “Ciò posto, e tenuto poi conto della clausola contrattuale, liberamente concordata, l’imposta resta a carico del Comune”.