L’identità digitale macina successi e s’impone come dimensione tendenzialmente totalizzante dell’essere-nel-mondo. L’imminente avvio dello SPID – che semplificherà i rapporti fra cittadini, imprese e Pa – ne è indubbiamente una conferma. E Tuttavia questo impetuoso processo di trasformazione della società e degli individui produce non soltanto effetti positivi, ma presenta anche aspetti paradossali e talora grotteschi. Un esempio per tutti. Proiettatevi nel 2098: assisterete a un fenomeno che potrebbe turbarvi profondamente. Secondo un esperto di statistica dell’università del Massachusetts, sarà l’anno in cui Facebook si trasformerà nel più grande cimitero (virtuale) al mondo, poiché il numero degli utenti deceduti supererà quello dei vivi. Il ricercatore Hachem Sadikki è pervenuto a questa conclusione sulla base di due dati: da una parte, la scelta del social network di continuare a rifiutarsi di eliminare in modo automatico gli account degli utenti che nel frattempo siano deceduti; dall’altra, il rallentamento progressivo della crescita degli iscritti a Facebook. ‘Digital Beyond’ – società che si occupa di ‘eredità digitale’ – rende note altre cifre inquietanti: sono 970mila gli utenti di Facebook che moriranno quest’anno. Nel 2010 sono stati quasi 386mila, mentre nel 2012 erano 580mila. Attualmente, per cancellare l’account di una persona deceduta è necessario che qualcuno faccia il Log-in e scelga di eliminare il profilo. Ma praticamente nessuno consegna i propri dati di accesso a familiari o amici. Di qui la genesi di un ossimoro esistenziale: la sopravvivenza digitale a fronte della morte reale.