“Si registra un impatto positivo sui flussi turistici dopo gli interventi di ristrutturazione, valorizzazione e promozione condotti dalla Regione in collaborazione con i Comuni interessati sulla Via Francigena”. L’analisi – fa sapere una nota della Regione Toscana – è affidata a uno studio di Irpet che aggiorna quello realizzato nel 2014 (riferito al periodo 2009-2012). I due metodi utilizzati considerano il maggior potenziale di attrattività dei 27 Comuni attraversati (per storia e paesaggio) rispetto a quelli confinanti e non percorsi dalla via, e la maggiore o minore distanza delle strutture ricettive dalla via stessa. La ricerca (che ne anticipa una più approfondita alla quale Irpet sta già lavorando), condotta da Enrico Conti, è stata presentata a Palazzo Strozzi Sacrati. Insieme all’autore, il presidente della Regione, Eugenio Giani, il consigliere del presidente, Federico Eligi, il direttore di Irpet, Nicola Sciclone, e il presidente dell’Associazione europea Vie Francigene, Massimo Tedeschi.
Il primo metodo seguito dall’indagine – prosegue la nota – tiene conto e sterilizza la differenza determinata dal maggiore potenziale attrattivo di fondo preesistente al progetto di valorizzazione e potenziamento della Francigena, risultato della storia secolare e del paesaggio e che caratterizza i 27 comuni attraversati dal camminamento rispetto ai 38 confinanti che non ‘beneficiano’ del passaggio del percorso. L’effetto netto del ripristino in termini di presenze in più complessive nel decennio, è di circa 440mila. Applicando una metodica ad hoc ai Comuni turistici attraversati dalla Francigena esclusi dalla precedente analisi (ovvero quelli balneari – Carrara, Massa, Montignoso Camaiore Massarosa Pietrasanta – e quelli con un prodotto turistico già molto sviluppato – Montaione, San Gimignano, Siena, Lucca), l’effetto complessivo per i 37 comuni è di 613mila presenze in più nel decennio 2009-2019.
La seconda analisi, invece, si fonda sulla possibilità di georeferenziazione delle strutture ricettive e dei dati relativi ad arrivi e presenze turistiche. Questo consente di delimitare territorialmente in modo più fine le strutture più vicine al percorso, di certificarne la performance, potenzialmente influenzata dal ripristino della via, e di confrontarla con quella delle strutture lontane. Limite del metodo è non poter considerare e scontare il differente potenziale di fondo di territori diversi che si manifesta prima degli interventi di ripristino, non possedendo a oggi la georeferenziazione delle strutture con le presenze per gli anni precedenti il 2010. Le strutture vengono suddivise in sei fasce di distanza dalla Francigena: entro 1 km, tra 1 e 5 km, tra 5 e 10 km, tra 10 e 20 km, tra 20 e 40 km, oltre 40 km. Ciò che emerge sembra rafforzare l’ipotesi dell’esistenza di un differenziale di competitività positivo e specifico attribuibile alla presenza del cammino rispetto a territori simili ma più distanti. Arrivi, presenze e numero di strutture aumentano via via che ci si avvicina alla via: ad esempio entro i 10 km la variazione percentuale è rispettivamente del 62%, 35% e 40%, mentre tra 10 e 20 km scende a 30%, 12% e 30%. Altro dato interessante è la ricrescita dei tre parametri nella fascia tra 20 e 40 km, comprendente territori con altre e spiccate vocazioni turistiche come Firenze.