La radio si sintonizza sui nuovi stili di vita coniugando la continuità all’innovazione, 41 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici, 27 dei quali utilizza anche dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio. Sono numeri che dimostrano che la radio è riuscita a conservare il suo valore tradizionale, ma a rigenerarsi e adattarsi ai tempi e oggi è seguita da fasce di pubblico trasversali per età, status sociale e condizione economica.
Durante il lockdown il 30,5% degli italiani si è informato una volta al giorno sulla pandemia e sulle regole da rispettare attraverso la radio e i dati sull’ascolto medio giornaliero nel secondo semestre del 2020 rispetto al 2019, parlano chiaro: a fronte di un calo del numero di ascoltatori dell’autoradio e della tenuta dell’apparecchio tradizionale, crescono gli altri device con un aumento dell’8% degli spettatori dei canali televisivi della radio.
Una realtà in crescita che sta vivendo un vero boom grazie alla modalità simulcast crossmediale, cioè la possibilità di fruire dei contenuti radio contemporaneamente e su qualsiasi dispositivo, ben19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in formato video attraverso uno schermo tv, smartphone o pc, di questi 11 milioni seguono la radiovisione sugli schermi tv. Il 52% dichiara che vorrebbe avere la possibilità di fruire dei contenuti radiofonici su device diversi in formato video e il 50% di chi segue la radiovisione la trova piacevole, il 27,5% coinvolgente, il 24% innovativa.
Oggi quello che conta non è l’apparecchio radio, ma i contenuti di cui vogliono poter fruire gli utenti, l’89% degli italiani è convinto che la partita degli ascolti si vinca sul piano della qualità dei contenuti e dei programmi proposti, mentre l’87% pensa che la multicanalità sia l’evoluzione dei cambiamenti degli stili di vita e delle modalità di consumo della popolazione, il 72% vuole poter seguire i contenuti radio in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, a prescindere dal device utilizzato. La radio il più social dei media, fa parte della vita degli italiani e il 63% di chi segue i programmi attiva almeno una forma di interazione con essi; il 23% visita il sito delle emittenti, il 20% segue i profili social di programmi e conduttori, il 19% ha scaricato una app che consente di fruire dei contenuti che preferisce sullo smartphone. Tra chi segue le dirette, il 20% invia messaggi sms o WhatsApp oppure e-mail durante le trasmissioni e il 10% telefona in diretta, è rilevante la componente on demand di chi segue i programmi su YouTube (18%) e scarica i podcast (12%).
Fonte: Censis