Uno dei capitoli più significativi del XXVI Rapporto ISMU riguarda l’impiego di manodopera immigrata nel mercato del lavoro italiano. Secondo l’indagine, il tasso di occupazione degli stranieri è del 61% e subisce una flessione a causa dell’andamento negativo del femminile, mentre il tasso di disoccupazione è del 13,8% con punte più alte tra le donne (16,3%) e i giovani extracomunitari (24%). Nonostante i progressi nella partecipazione degli stranieri al sistema scolastico e accademico, giovani e donne sono ancora i più svantaggiati, 9 su 10 svolgono un lavoro a bassa qualifica e retribuzione. Dati che confermano il fenomeno dello svantaggio dei giovani immigrati di prima e seconda generazione che rappresenta una delle principali criticità per la convivenza interetnica in Italia e in Europa a cui si sovrappone la questione femminile che nelle giovani donne si spiega col loro precoce coinvolgimento nel lavoro di cura dei familiari: il 23,1% delle extracomunitarie con meno di 24 anni dichiara di doversi prendere cura dei figli o di altri familiari, contro il 4,1% delle italiane, il dato emerge in modo preponderante dall’analisi dei dati relativi ai NEET (Not in Education, Employment or Training, i giovani che non studiano e lavorano).
L’emergenza Covid ha posto in evidenza l’elevata percentuale dei migranti tra i key-workers, impegnati nella produzione dei servizi essenziali, quali la filiera agroalimentare, il settore sanitario, la logistica, in particolare è emersa la dipendenza dei paesi sviluppati dai lavoratori immigrati nel settore della produzione alimentare. Su questo quadro si è innestata la regolarizzazione con 207.542 domande di emersione, di cui 176.848 per lavoro domestico e assistenza alla persona e 30.694 per lavoro nel settore di agricoltura e pesca, un esito in grado di incidere solo in parte sul problema dell’irregolarità dei rapporti di impiego. Pur senza toglierle il merito di aver permesso l’emersione di migliaia di lavoratori irregolari, questa regolarizzazione ha una volta di più ribadito la distanza tra la legge e la realtà. La scoperta del ruolo chiave che il lavoro immigrato svolge in determinati comparti rende indispensabile ridisegnare le politiche migratorie secondo un approccio pragmatico con proposte capaci di iscrivere la gestione dell’immigrazione entro linee strategiche per la crescita e lo sviluppo dell’Italia.
Fonte: XXVI Rapporto ISMU