Le pubbliche amministrazioni si stanno muovendo rapidamente per mettere in atto la norma del decreto “Cura Italia” che prevede il lavoro agile quale modalità organizzativa ordinaria.
La Funzione pubblica ha attivato il monitoraggio sullo smart working ed è già in grado di comunicare i dati provenienti dalle Regioni italiane: numeri ancora in divenire e tuttavia molto incoraggianti, perché danno conto dell’enorme sforzo profuso dalla macchina dello Stato per rispondere alle sfide imposte dall’emergenza sanitaria, costruendo al tempo stesso la PA che avremo nel futuro.
Eccoli in dettaglio.
Dati provvisori relativi all’implementazione delle modalità di lavoro agile nelle Regioni e Province autonome
Legenda (QUI IL GRAFICO DINAMICO):
terza colonna PERSONALE IN LAVORO AGILE
quarta colonna PERSONALE IN TELELAVORO
quinta colonna PERSONALE TOTALE IN SERVIZIO
sesta e ultima colonna PERCENTUALE PERSONALE IN LAVORO AGILE (inclusi i telelavoristi)
1 Basilicata 613 – 1253 48,9%
2 Prov aut BZ 2800 – 3845 72,8%
3 Calabria 944 – 1385 68,1%
4 E. Romagna 2235 461 3420 78,8%
5 Friuli V. G 1818 34 3325 55,7%
6 Lazio 4340 – 4493 96,6%
7 Liguria 950 – 1281 74,1%
8 Lombardia 2987 – 3367 88,7%
9 Marche 1304 10 2079 63,2%
10 Piemonte 1711 305 2954 68,2%
11 Puglia 1311 – 3156 41,5%
12 Sardegna 2005 – 2547 78,7 %
13 Umbria 680 – 1106 61,5%
14 V. d’Aosta 1330 – 2450 54,3%
15 Veneto 1428 – 2749 51,9%
Media Regioni con percentuali disponibili: 69,2% (inclusi i telelavoristi)