“Un provvedimento che risolve una delle principali criticità relative all’istituzione della Centrale unica di committenza regionale del Friuli Venezia Giulia”, definendo per i Comuni una soglia minima entro cui possono muoversi in autonomia, senza dover ricorrere alla gestione centralizzata della stazione appaltante.
Così l’assessore al Patrimonio, demanio, servizi generali e sistemi informativi del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, ha commentato in una nota la delibera approvata dalla Giunta regionale sull’attività della Centrale unica di committenza (Cuc).
“Si tratta di disposizioni chiare e trasparenti – ha spiegato l’assessore – che definiscono le soglie sotto le quali i Comuni non sono obbligati a fare contratti in convenzione e chiarisce per quali realtà merceologiche non è necessario ricorrere a gare d’appalto e che verranno sottoposte prossimamente al parere del Consiglio per le autonomie locali”.
La delibera fissa il tetto di 40 mila euro per alcune realtà merceologiche e per altre in cui si sono registrate i maggiori disagi, come il settore delle manutenzioni, recepisce le disposizioni europee in materia, alzando la soglia a 214 mila euro.
“Si tratta di un intervento che dà seguito ai correttivi introdotti con la legge di assestamento che ha modificato la legge 26/14 – ha aggiunto l’assessore – e che prosegue nell’obiettivo di semplificare ulteriormente le procedure legate al mercato degli appalti e dei servizi, ma soprattutto di risolvere le problematiche registrate dai Comuni e dalle imprese locali”.
L’assessore ha quindi precisato che continueranno gli incontri informativi sul territorio sulle opportunità e funzioni della Centrale di committenza: dopo Monfalcone i prossimi appuntamenti sono Pocenia e Porcia.
Anche PromoTurismoFVG e Arlef-Agenzia regionale per la lingua friulana hanno chiesto di poter usufruire dei servizi della Cuc e con entrambe saranno a breve firmati i relativi protocolli d’intesa.