Il ministro Paola Pisano ha presentato ieri, in un evento al Tempio di Adriano, a Roma, il Piano di azione ‘2025 Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese’. La Pisano ha esordito con un’illuminante analogia: “Nel 2025 porteremo altri vestiti, altre scarpe, i nostri cellulari saranno completamente diversi da quelli che usiamo oggi. Ma come sarà il cittadino digitale da qui a cinque anni? Quella che proponiamo è una visione comune, capace di indirizzare il Paese verso la trasformazione digitale e tecnologica attraverso tre sfide, che riguardano la digitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo etico e sostenibile”.
Il ministro ricorda poi quanto fatto dalla sua nomina: “Nei primi tre mesi del mio mandato abbiamo iniziato a creare le condizioni per un ecosistema a supporto dell’innovazione e definito le prime task force operative, stringendo accordi con i principali Enti e associazioni, le realtà accademiche e i ministeri impegnati a vario titolo in ambiti che impattano trasversalmente lo sviluppo tecnologico e digitale del Paese. Oggi vi presentiamo la nostra strategia per i prossimi anni”.
Tra le prime 20 azioni elencate dal ministro nel Piano d’azione i capisaldi dell’innovazione (come l’identità digitale e IO, l’app per i servizi pubblici) e altri progetti creativi, come i Borghi del futuro nei quali concentrare le tecnologie emergenti (“lanceremo una call per selezionare i borghi disponibili a partecipare all’implementazione del progetto. I borghi selezionati riceveranno tutto il supporto necessario a attirare nel proprio territorio i fornitori di servizi digitali necessari alla realizzazione del progetto, oltre che, ovviamente, la messa a disposizione del progetto”).
Per avvicinare gli studenti alla tecnologia c’è, inoltre, l’idea del Sabato del futuro (“dedicare dieci sabati all’anno all’aggiornamento degli studenti delle scuole superiori italiane, dei loro insegnanti sui settori più recenti della tecnologia e dell’innovazione. I Sabato del Futuro coinvolgeranno ricercatori e scienziati delle università, degli enti di ricerca e delle aziende tecnologiche che racconteranno cosa succede nel mondo della tecnologia e dell’innovazione e come ciò che stiamo facendo oggi impatterà sul nostro futuro”).
O ancora “Un anziano, un tablet e un sorriso per l’inclusione digitale”, che introduce il concetto di ‘servizio civile digitale: “gli anziani che vivono in Comuni a più alto rischio di digital divide riceveranno un tablet personalizzato con una serie di app rilasciate da soggetti pubblici e privati che consentiranno loro di leggere un giornale offerto a condizioni speciali dagli editori, fare la spesa e ordinare farmaci, effettuare chiamate di soccorso e comunicare con i loro famigliari. I tablet saranno donati da imprese Ict, nuovi o ricondizionati. E giacché nessuno nasce “digitale” un esercito di volontari (grazie anche alla creazione del servizio civile digitale) li educheranno all’utilizzo del tablet e delle app, regalando loro sorrisi digitali”.
Tra le 20 azioni anche un altro concetto già comunicato dal ministro Pisano, il “Diritto di innovare”. Partendo dall’indice 2019 pubblicato dalla Banca Mondiale che colloca l’Italia solo al 51° posto tra i Paesi dove è più facile fare impresa, il Piano d’azione punta a “consentire la sperimentazione di innovazione di frontiera, disapplicando temporaneamente le norme vigenti qualora necessario. Se l’innovazione dimostra di avere un impatto sociale positivo sarà modificata o creata la norma che permetterà all’innovazione di diventare un prodotto o un servizio”.