Dall’economia del possesso all’economia del noleggio. L’Italia si lancia nella sharing economy, in particolar modo per quanto riguarda la mobilità. Sono 187, a ottobre 2015, le piattaforme italiane di ‘economia condivisa’ (+35,5% rispetto al 2014), di cui 118 con un tasso di crescita superiore al 20%. Sono i dati del Rapporto Italia 2016 dell’Eurispes, giunto alla sua 28esima edizione, che fornisce anche un’ istantanea dei settori che ‘condividono’ di più: il 19% delle realtà coinvolge il settore dei trasporti, mentre i comparti dello scambio dei beni di consumo e del turismo registrano entrambi il 15%. Al 9%, viceversa, sia il settore alimentare sia quello culturale.
Con una media a 2 anni di vita, il 50% delle piattaforme ha meno di 5mila utenti, anche se l’11% supera le 100mila unità (Collaborioamo.org). Ma cosa ne pensano gli italiani? Il 75% dei connazionali ha sentito parlare di sharing economy e tra questi, il 67%, identifica il fenomeno con beni e servizi, il 39% con il car sharing e il car pooling, mentre il 21% lo associa a un vantaggio economico.
Per il 38% questo nuovo modello economico è indice di convenienza e risparmio, per il 26% è sinonimo di sostenibilità e per il 22% costituisce un’innovazione. Solo l’11% del campione utilizza già la sharing economy, ma ben il 31% manifesta il proprio interesse verso il settore; ad attribuire, invece, una connotazione negativa al fenomeno, il 27% degli intervistati (Ipsos per Airbnb e BlaBlacar, 2014).
Le motivazioni principali che spingono al ricorso dell’economia della condivisione sono la possibilità di risparmiare (41%), di trovare soluzioni innovative e intelligenti (39%), di ridurre i costi connessi alla manutenzione della proprietà (33%), nonché di dare una risposta al consumismo (33%).
Contrariamente, il 16% degli intervistati teme le truffe e, su un valore uguale, si attesta la percentuale di coloro che si dichiarano scoraggiati dalla mancanza di regole trasparenti a livello fiscale e giuridico; il 13% non ama l’idea di essere a contatto con sconosciuti, mentre l’11% avrebbe la percezione, attraverso la condivisione, di non possedere nulla (Tns, 2015).
Sono i “millenials” a usufruire maggiormente dei nuovi servizi offerti. Gli utenti utilizzano le piattaforme di scambio e baratto di oggetti vari (10%), di accomodation (10%), di mobilità con servizi forniti da aziende/enti in abbonamento/compenso (9%), di mobilità con servizi forniti da altre persone dietro compenso (8%).
Nei prossimi cinque anni si stima un aumento del 15% delle nuove forme di mobilità. L’utilizzo di mezzi di trasporto “alternativi” raccoglie, infatti, il 63% dei favori. Sono soprattutto i 14-32enni, il 57%, a guardare alle innovative soluzioni di mobilità. In particolare, il 28% sarebbe invogliato all’uso del servizio di car sharing dalla presenza delle nuove tecnologie: il 46,8% ricorrerebbe all’uso delle applicazioni da tablet o smartphone per calcolare i percorsi.
Segnali positivi anche tra le imprese: il 22% delle aziende con oltre mille dipendenti ha fatto uso del car sharing e il 27% intende implementarlo nei prossimi tre anni (Corporate Observatory di Arval Italia e Clickutility On Earth). Tra i servizi di mobilità alternativa riscuotono successo anche il “peer to peer”, considerato interessante dal 39% dei 14-32enni, e il car pooling , che sarà utilizzato nei prossimi sei mesi dai fleet manager nel 23% dei casi e dalle società di noleggio nel 30% delle situazioni. (Deloitte, 2014).
Esempio più significativo di car pooling è BlaBlaCar, conosciuto nel 46% dei casi. Il 6% degli intervistati conosce il servizio o ne ha visitato la piattaforma, mentre il 62% non l’ha mai visitata perché non la conosce, ma la prenderebbe in considerazione. Il 29% non l’ha mai visitata perché non ne ha bisogno o crede possa essere pericolosa. È il pubblico maschile, soprattutto tra i 35 e 44 anni (32%), il maggiore fruitore del servizio (64%) (Ipsos).
La sharing economy interessa davvero tutti i campi, abitazione compresa. E’ il cosiddetto “Home sharing”. Con la presenza in 192 Paesi, Airbnb esemplifica il fenomeno dell’home sharing: 180mila sono gli host di Airbnb Italia. La piattaforma è conosciuta da un campione pari al 4%, ma ben il 64% si dichiara disposto a prenderla in considerazione, contro un 27% reticente nei confronti del servizio. A usufruirne sono soprattutto i 25-34enni (37%), che risiedono al Centro (32%); più contenuto il numero dei 55-64enni (23%), concentrati maggiormente nel Nord-Est (42%).
Per il 66% degli intervistati, Airbnb permette di scoprire i luoghi e la cultura del posto, le sue bellezze e tipicità; il 49% lo associa alla possibilità di risparmiare, mentre per il 28% costituisce un’opportunità di guadagno. Più in generale rispetto all’home sharing, l’89% degli intervistati considera il vantaggio economico come uno degli aspetti principali, il 62% valuta la qualità del servizio e il 58% è guidato dal passaparola.