L’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani fino al 30 settembre 2019 dà la possibilità a tutti i cittadini e tutti gli Enti locali di inviare segnalazioni relative alle aree del Paese dove i telefoni cellulari non prendono e dove non è possibile telefonare, inviare messaggi, collegarsi a internet.
Tutti possono scrivere a uncem.nazionale@uncem.net, indicando borgate, toponimi di luoghi, frazioni, strade, coordinate geografiche.
Sono finora un migliaio le mail ricevute che Uncem sta processando. Vi sono situazioni molto complesse dove interi paesi (anche fino a 700-800 persone) sono in “zone d’ombra”, aree dove proprio telefonare o ricevere chiamate è impossibile. Altri contesti dove una o più compagnie non arrivano e il segnale è molto debole, peggiorato negli ultimi anni. Vi sono poi moltissime aree in quota, sopra i 1.600 metri di altitudine, dove vi sono meno insediamenti, minori aree antropizzate, ma dove si trovano comunque borghi o “case sparse”, abitate tutto l’anno o strutture ricettive, rifugi alpini, dove i telefoni cellulari restano senza segnale. Tante anche le segnalazioni ricevute di strade, anche Statali, dove il segnale si interrompe troppo spesso. Uncem sostiene da tempo che i problemi sono per i residenti in primo luogo, ma anche per i turisti, per chi viaggia. E si tratta di problemi anche che non permettono di garantire sicurezza e raggiungibilità in casi di emergenze.
La mappatura verrà consegnata al Governo, ai Parlamentari, alle Agenzie nazionali che si occupano di innovazione (come Agid), ai Corecom e all’Agcom. Ma anche alle compagnie telefoniche.
La necessità di capire in quali aree del Paese – secondo i dati Uncem almeno dai 3 ai 5 milioni di italiani non riescono a telefonare – è nata proprio dagli incontri avuti da Uncem con i vertici delle compagnie telefoniche. A loro Uncem chiederà di investire, potenziare i ripetitori, rispettando naturalmente le norme e i limiti di emissioni previsti dalla legge. Uncem chiederà anche al Governo e al Parlamento di intervenire sulla normativa vigente, prevedendo ad esempio investimenti di fondi europei per nuovi ripetitori, nonché di consentire a Enti locali o imprese di poter installare ripetitori in zone non coperte.
In questa direzione per gli Enti sono necessari finanziamenti pubblici, come avvenuto in passato con le Comunità montane per garantire la copertura del servizio televisivo, altro grave fronte del digital divide nel Paese, con 6 milioni di italiani che non riescono ad accedere ai canali del servizio pubblico e a tutti gli altri.
Uncem ha già chiesto ai vertici del Mise di verificare anche la possibilità di investire risorse europee, proprio come avvenuto negli ultimi anni con il Piano nazionale per la Banda ultralarga con Bruxelles che nel 2015 ha autorizzato l’Italia a investire nelle “aree bianche”, montane e rurali, oltre 3 miliardi di euro. Per la telefonia mobile serve un’azione forte e immediata, che Uncem chiede attraverso la mappatura che si concluderà a fine mese.