E’ stato siglato la scorsa settimana a Trieste l’accordo di collaborazione tra Regione Friuli Venezia Giulia e le prefetture per favorire il rimpatrio volontario assistito. Oltre all’accordo sono stati sottoscritti due protocolli per la legalità. Hanno partecipato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, il Sindaco della città giuliana, Roberto Dipiazza, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, e il capo dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione, Michele di Bari, alla presenza del titolare del Viminale, Matteo Salvini.
L’iniziativa è rivolta a instaurare una più stretta collaborazione tra la Regione e le prefetture di Trieste, Gorizia, Pordenone e Udine per realizzare dei progetti per la sperimentazione di percorsi innovativi di rimpatrio volontario assistito, grazie alle risorse messe a disposizione dal Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami). I protocolli per la legalità riguardano, invece, la prevenzione e il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata in appalti e concessioni nell’area portuale e nella zona del “Porto Vecchio”.
Il Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020 (Fami) è uno strumento finanziario istituito con Regolamento Ue per promuovere una gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, inclusione e rimpatrio. Il Fondo offre un supporto agli Stati per perseguire i seguenti obiettivi: rafforzare e sviluppare tutti gli aspetti del sistema europeo comune di asilo, compresa la sua dimensione esterna; sostenere la migrazione legale verso gli Stati membri in funzione del loro fabbisogno economico ed occupazionale e promuovere l’effettiva integrazione dei cittadini di Paesi terzi nelle società ospitanti; promuovere strategie di rimpatrio eque ed efficaci negli Stati membri, che contribuiscano a contrastare l’immigrazione illegale, con particolare attenzione al carattere durevole del rimpatrio e alla riammissione effettiva nei paesi di origine e di transito; migliorare la solidarietà e la ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri, specie quelli più esposti ai flussi migratori e di richiedenti asilo, anche attraverso la cooperazione pratica.