Sono veramente tanti e diversificati i compiti ai quali gli enti locali devono attendere nell’esercitare la propria funzione di governo del territorio. Chi l’avrebbe mai pensato, ad esempio, che i Comuni debbano pure occuparsi della gestione degli abiti usati? La risposta la fornisce chiaramente Enzo Bianco intervenendo all’audizione svoltasi davanti la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti proprio sul tema degli abiti usati. “Sembrerebbe opportuna una capillare campagna di sensibilizzazione, anche con il coinvolgimento del Consorzio nazionale abiti e accessori usati (Conau), del ministero dell’Ambiente e delle Politiche sociali per rendere più chiaro il destino degli abiti usati conferiti al servizio pubblico di raccolta – Bianco ha poi aggiunto – C’è una criticità legata al posizionamento dei cassonetti, su suolo privato o pubblico, senza autorizzazioni comunali. Perciò rimane il problema della raccolta di tali beni attraverso contenitori stradali in cui non appare chiaro il motivo del conferimento e dunque la gestione del flusso di tali beni. Una più chiara regolamentazione – ha sostenuto il presidente del Cn Anci – eviterebbe l’uso distorto che ha dato origine all’attività della commissione d’inchiesta su questo tema. Siamo pronti a stipulare un accordo quadro con il Conau per migliorare la qualità del servizio, per esempio dando il massimo di pubblicità possibile e d’informazione ai cittadini”. Ricordando inoltre le ultime inchieste sul coinvolgimento di alcune organizzazioni criminali, Bianco ha evidenziato un’ulteriore criticità relativa al codice degli appalti: “Consente di privilegiare le associazioni no profit, ma non consente di limitare la partecipazione alle stesse associazioni no profit. Una ipotesi percorribile – ha suggerito – potrebbe essere quella di un affidamento a procedura aperta mediante il criterio dell’offerta più economicamente vantaggiosa, che promuova l’integrazione sociale delle persone svantaggiate e premi le proposte di impiego degli indumenti usati raccolti e del ricavato della vendita a favore del sociale e dell’ambiente”. L’ultima questione posta dal Presidente del Consiglio nazionale dell’Anci riguarda “la difficoltà di un reale controllo su tutto ciò che avviene dopo lo svuotamento dei cassonetti stradali. In questo senso sarebbe utile un albo nazionale che individui gli operatori dal quale i Comuni possano attingere”, ha concluso Bianco.