La Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale della Regione del Veneto ha appena diffuso le ultime informazioni sull’incidenza dell’inquinamento da Pfas. Importanti outcome clinici contenuti nell’aggiornamento dello Studio sugli Esiti Materni e Neonatali in relazione alla contaminazione da Sostanze Perfluoro Alchiliche, a cura del Registro Nascite – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto. I Pfas sono composti che, a partire dagli anni Cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Prodotti a metà del secolo scorso tra Verona, Vicenza e Padova, i Pfas sono stati versati per anni nelle acque superficiali delle campagne, infiltrandosi poi nelle falde acquifere e contaminando un’area che comprende 21 Comuni. L’allarme in Veneto è stato dato a partire dal 2013, quando ormai l’inquinamento era acclarato. In seguito alla produzione e al diffuso utilizzo dei Pfas, tracce chimiche di questi composti sono state rilevate nell’ambiente e negli organismi viventi.
La Regione Veneto, nell’ambito della presa in carico della popolazione colpita dall’inquinamento da Pfas, ha fin dall’inizio rivolto un’attenzione particolare alla sfera della salute materno-infantile. Il Piano di sorveglianza sanitaria approvato con DGR n. 2133/2016, attualmente in corso di svolgimento prevede infatti la chiamata attiva di un’ampia fascia della popolazione residente nella cosiddetta “area rossa”, incluse le donne in età fertile. Al momento, sono state invitate oltre 20.000 donne in età riproduttiva (nate tra il 2002 e il 1970) e il protocollo di sorveglianza prevede, insieme al dosaggio sierico dei Pfas e di vari parametri bioumorali indicativi dello stato di salute, anche la compilazione di un dettagliato questionario. Un documento anamnestico che include specifiche domande sulla salute riproduttiva, volte a rilevare stati di gravidanza o la storia di precedenti gestazioni con i relativi esiti. Il recente aggiornamento approvato con DGR n. 691/2018 ha inoltre esteso il Piano di sorveglianza sanitaria alla popolazione pediatrica di 8-10 anni e ai nuovi 14enni. Ad oggi sono stati invitati 1.270 bambini nati nel biennio 2008-2009 e 570 bambini nati nel 2003. Gli esiti degli esami effettuati saranno pubblicati nel prossimo report periodico.
Recentemente, poi, è stato aggiornato lo studio sugli esiti materni e neonatali già condotto nel 2016 a cura del Registro Nascita – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto, coordinato dalla professoressa Paola Facchin. La ricerca mette a confronto alcuni esiti materno-infantili tra territori a diversa esposizione, basandosi su dati di popolazione con copertura pressoché totale, riferita alle partorienti e ai loro piccoli. I risultati ottenuti confermano i rilevamenti del rapporto precedente, ovvero un incremento di pre-eclampsia (patologia della gravidanza caratterizzata da convulsioni), diabete gravidico, di nati con basso peso alla nascita per età gestazionale (SGA), di anomalie congenite al sistema nervoso e di difetti congeniti al cuore nelle aree a maggiore esposizione, sia in termini di rischi relativi grezzi, sia utilizzando analisi multivariate che permettono di valutare il peso dell’area di residenza nel determinare gli esiti sfavorevoli al netto di altri fattori noti. Per i bimbi nati con basso peso alla nascita è altresì presente un apparente vettore di rischio che si riduce progressivamente allontanandosi “dall’area rossa”. Per alcune di queste patologie sarà necessario svolgere ulteriori approfondimenti al fine di consolidare i valori ottenuti incrociando i dati con altri flussi informativi, oppure allungando il periodo di osservazione.