Malgrado alcune misure favorevoli come il ripristino dei fondi per il bando periferie, lo svincolo degli avanzi e lo stanziamento di 400 milioni per i piccoli Comuni, la spesa di parte corrente prevede nuovi tagli. “Come Associazione – ha ribadito Decaro – chiederemo un provvedimento urgente per evitare contenziosi e assicurare maggiori spazi di manovra. Le risorse sono fondamentali per assicurare il ruolo dei Comuni nella ripresa economica e nella gestione dei servizi locali”. Nello specifico le richieste dell’Anci riguardano:
– i 300 milioni di ristoro delle risorse venute meno nel passaggio dall’Imu alla Tasi (attualmente ne sono assegnati 190) il cui utilizzo non deve essere limitato alla parte di bilancio destinata agli investimenti;
– il mantenimento della percentuale di accantonamento per il Fondo crediti dubbia esigibilità al 75%, in caso di rispetto dell’obiettivo di migliorare la capacità di riscossione, o in caso contrario all’80%; anticipazione tesoreria a 5/12;
– abolizione della sanzione accantonamento obbligatorio per tempi pagamento;
– apertura di un nuovo riaccertamento straordinario;
– recupero di 560 milioni del taglio del dl 66 in modo graduale.