“Gli anni dei tagli e della crisi hanno prodotto pesanti effetti collaterali sulla infrastruttura comunale che è oggi molto indebolita. Lo dimostra il fatto che le maggiori risorse disponibili non hanno fatto ripartire gli investimenti locali. Per questo motivo, da questa Finanziaria e in futuro, i Comuni non si aspettano solo risposte in termini di avanzi di bilancio, ma una pacificazione che restituisca stabilità e organicità al trattamento economico e fiscale degli enti locali, chiudendo la stagione dell’impoverimento”. E’ il messaggio lanciato da Guido Castelli, presidente della Fondazione Ifel e delegato Anci alla Finanza locale, intervenuto alla VII Conferenza annuale della Fondazione che si è svolta a Roma. Secondo Castelli questa opera di pacificazione che “mira a riconoscere sia l’autonomia ai Comuni virtuosi che il sostegno a quelli in difficoltà, deve partire dal presupposto che i Comuni non sono tutti uguali. Essi – ha spiegato il delegato Anci – hanno subito gli effetti della crisi in modo differenziato: per questo bisogna trovare un sistema che abbia la giusta flessibilità per consentire a tutti di recuperare efficienza, senza penalizzare gli enti più deboli”.
“Purtroppo anche quest’anno dobbiamo fare i conti con una legge di Stabilità che presenta molte incertezze su voci fondamentali per la chiusura dei bilanci comunali”, ha sottolineato nel suo intervento il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra, che ha aggiunto “siamo ancora molto lontani dall’autonomia e pari ordinazione, tutelate dalla Costituzione, che i sindaci rivendicano da tanto tempo”. Nicotra ha ricordato le questioni ancora aperte sulla parte corrente della manovra e su cui l’Associazione ha condizionato il proprio assenso al Fondo di solidarietà comunale. Tra questi “i 300 milioni di contributo compensativo del passaggio dall’Imu alla Tasi, per ristorare il maggior gettito Imu che dal 2014 i Comuni non possono più riscuotere; e il ripristino dei 560 milioni tagliati con il dl 66 del 2014 che scade nel 2018”. Su quest’ultimo passaggio il segretario generale si è augurata che “dalla trattativa in corso con il governo possa arrivare un ristoro completo delle risorse, così come avvenuto per le Città metropolitane e le Province”, non escludendo “la possibilità di una iniziativa giudiziaria per recuperare l’intera somma dovuta ai Comuni”.
Il direttore della Fondazione Ifel, Pierciro Galeone, che ha introdotto i lavori dell’Assemblea fissando le coordinate dei lavori, ha indicato i due pilastri su cui “ricostruire il sistema di finanza locale gravemente intaccato dalle tossine dei tagli” che in questi anni hanno provocato danni sia alle risorse che all’impalcatura delle regole. Bisogna ripartire da un lato dall’autonomia “delineata dall’art.119 e dalla legge 42, ma poi stravolta dall’operazione del governo Monti che ha di fatto con una patrimoniale ridotto lo spazio di manovra dei Comuni”. Dall’altro è necessario tornare a una “effettiva perequazione che come era stata disegnata riguarda le garanzie necessarie all’esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza su tutto il territorio nazionale”, ha spiegato Galeone.
Infine, il responsabile dipartimento Finanza locale Anci-Ifel, Andrea Ferri ha fatto il quadro della manovra finanziaria così come è stata delineata finora, rispondendo alla madre di tutte le domande: Cosa c’è e cosa manca per il sistema degli enti locali?.
“Agli aspetti positivi legati soprattutto a un recupero di autonomia nella gestione finanziaria, grazie allo sblocco degli avanzi, che potrà avere effetto sugli investimenti locali – ha spiegato Ferri – fanno da contraltare lo sblocco della leva fiscale che non è stato però accompagnato da un riordino complessivo in materia di fiscalità comunale, riscossione e, catasto”. Ma le preoccupazioni maggiori per i Comuni sono legate alla parte corrente, “con una grave incertezza sui ristori attesi: partendo dal reintegro del taglio ex dl 66/2014, fino al Fondo IMU-Tasi e al ripristino della maggiorazione per l’imposta per la pubblicità”, ha concluso Ferri.
Gli ha fatto eco Giancarlo Verde, Direttore centrale della Direzione della Finanza Locale del Ministero dell’interno, che è andato persino oltre nell’indicare soluzioni e misure auspicabili, a partire dalla revisione del Testo Unico degli enti locali che, sebbene all’avanguardia per l’epoca in cui è stato varato, oggi necessiterebbe di un “tagliando”. “Occorre consegnare un nuovo strumento di lavoro per il sistema degli enti locali”, ha detto e ha poi raccomandato anche la revisione del sistema della riscossione, “perché i Comuni non riscuotono tutto ciò che è loro dovuto”.
Il pubblico folto, che ha riempito la sala dove si è svolto l’evento, ha poi seguito con attenzione e interesse gli altri interventi, da Matteo Bianchi, vicepresidente Anci e delegato alle Aree Interne a Mauro Guerra, Sindaco di tremezzina e presidente Commissione finanza locale Anci; dal Sindaco di Cosenza e delegato Anci all’Urbanistica, Mario Occhiuto agli assessori al bilancio del Comune di Roma, Gianni Lemmetti e di Milano Roberto Tasca.
Particolarmente vivaci le due tavole rotonde, che hanno messo a fuoco la vasta gamma di problematiche che i Comuni devono affrontare adempiendo all’arduo compito di redigere il bilancio di previsione, quasi un “percorso a ostacoli” all’interno del labirinto di norme, vincoli e regole, che lo rendono una sorta di complicato rebus. La prima, quella della mattina, animata da Gianni Trovati del Sole 24Ore e la seconda, nel pomeriggio, coordinata da Luca Cifoni del Messaggero.