Nel triennio 2014-2016, secondo un report dell’Istat, il 48,7% delle imprese con 10 o più addetti svolge attività d’innovazione, cioè attività finalizzate all’introduzione di nuovi prodotti, processi, modalità organizzative o di marketing, contro il 44,6% del periodo precedente (2012-2014). Una buona parte della crescita è effetto dell’aumento degli investimenti in innovazioni di prodotto e processo. Infatti, le imprese che hanno svolto unicamente attività finalizzate all’introduzione di innovazioni di prodotto o di processo (innovatrici in senso stretto) passano dal 31,9% del 2012-2014 al 38,1% del 2014-2016 (+6,2 punti percentuali contro i +4,1 del totale delle imprese innovatrici). Aumentano anche gli innovatori di successo (ossia le imprese che hanno portato a termine le loro attività innovative con l’introduzione di almeno un’innovazione di prodotto o di processo sul mercato o al proprio interno) che rappresentano il 35,7% delle imprese, con una crescita di oltre 7 punti percentuali rispetto al triennio precedente. La propensione innovativa è in netta ripresa fra le piccole e medie imprese (+4,3 punti percentuali per le prime e +3,4 punti per le seconde), mentre è in calo fra le grandi (81,8%, -1,5 punti percentuali) per effetto di un’importante caduta nei servizi (dal 76,9% al 72,2%). Tra le grandi imprese dell’industria l’innovazione si conferma, invece, un aspetto centrale delle scelte strategiche aziendali (91,8%; +1,7 punti rispetto al 2012-2014). Analogamente, per le imprese innovatrici in senso stretto le grandi imprese continuano a investire in nuovi prodotti e/o nuovi processi di produzione(+2,9 punti percentuali), ma l’incremento più importante è rilevato nelle fasce dimensionali delle piccole e medie imprese(+6,3 punti percentuali nelle piccole e +5,7 punti percentuali in quelle di media dimensione). L’industria è il settore con la maggiore propensione innovativa (57,1% di imprese innovatrici, in aumento di 7 punti rispetto al triennio precedente e, in particolare, per quasi tutte le grandi imprese industriali l’innovazione si conferma un aspetto centrale delle scelte strategiche aziendali (91,8% e +1,7 punti rispetto al 2012-2014). Nel triennio di riferimento, quasi tre su quattro imprese innovatrici (73,3%) hanno introdotto innovazioni di prodotto o processo, il 21,8% ha effettuato soltanto forme di innovazione “soft” (non collegate alle tecnologie), come innovazioni organizzative e di marketing, mentre un restante 4,9% ha proseguito attività innovative non ancora portate a termine entro il 2016. Nel 2016 la spesa per le attività innovative di prodotto-processo è stata in media di 7.800 euro per addetto, in sensibile crescita rispetto al 2014 (6.200 euro). La crescita interessa tutti i settori: dall’industria, che si conferma al primo posto (9.600 euro per addetto contro gli 8.000 del 2014), ai servizi (6.000 euro contro i precedenti 4.300) e, infine, alle costruzioni (4.900 euro per addetto contro i 2.800 del 2014). Il 31,7% delle innovatrici in senso stretto ha dichiarato di aver beneficiato di incentivi pubblici nel triennio 2014-2016, in sensibile aumento rispetto al periodo precedente (+8,1 punti percentuali). Il settore che più frequentemente utilizza il supporto pubblico e’ l’industria: le imprese beneficiarie sono il 39,1% contro il 23,3% nelle costruzioni e il 20,5% nei servizi.