La nuova frontiera della mobilità sembra ormai coincidere con le automobili che si guidano da sole. Sarà, però, una mobilità sostenibile e sicura? Prova a dare una risposta credibile uno studio realizzato dal Boston Consulting Group in collaborazione con il World Economic Forum: “Reshaping Urban Mobility with Autonomous Vehicles. Lessons from the City of Boston”. La ricerca evidenzia in primo luogo che la prevedibile ampia diffusione nelle metropoli del futuro dei veicoli a guida autonomia, sia vetture private sia mezzi pubblici, dovrebbe portare indubbi vantaggi per la mobilità di disabili e anziani, creando per i pendolari nuove opportunità di sfruttare il tempo necessario per gli spostamenti casa-ufficio, ma sottolinea anche che potrebbe comportare problemi a livello di traffico. Un rischio decisamente probabile se l’autorizzazione alla circolazione nelle città di auto e bus senza pilota non dovesse essere anticipata dall’adozione di piani urbani di viabilità e trasporto studiati appositamente. Questa una delle considerazioni più importanti contenute nello studio che, fra l’altro, rileva la propensione crescente da parte dei cittadini a preferire i mezzi a guida autonoma, con servizio a domicilio, rispetto all’impiego di tradizionali linee di bus/metropolitane. E’ prevedibile, quindi, una tendenza all’aumento dei veicoli AV in circolazione che potrebbe essere controbilanciata con l’adozione per car sharing e shuttle senza pilota di tariffe differenziate, in base al numero dei passeggeri a bordo. Misura che da sola potrebbe contribuire a far migliorare i tempi di percorrenza attuali del 15,5%. Nel complesso, comunque – fa notare il rapporto riferendosi alla realtà di Boston – a fronte di spostamenti più lenti nelle aree centrali, si registrerà un miglioramento delle tempistiche medie nell’area metropolitana del 4,3%, valore che sale a 12,1% se si considerano alcune zone della cintura esterna.