Elżbieta Bieńkowska contraddice Frits Bolkestein e conferma che le concessioni balneari italiane rientrano nella direttiva europea sui servizi, aprendo però al concetto di “scarsità della risorsa” per decidere se le spiagge devono essere mandate o meno all’evidenza pubblica, anche se su base comunale e non nazionale.
La direttiva Bolkestein sui servizi, dunque, riguarda anche le concessioni balneari, così come stabilito dalla Corte di giustizia Ue nel luglio 2016. Conferma questa interpretazione della normativa comunitaria la commissaria europea all’industria Elzbieta Bienkowka, nella sua risposta a tre diverse interrogazioni scritte presentate da eurodeputati di Lega e Pd, smentendo così quanto affermato mesi fa dal padre della direttiva, Frits Bolkestein. Durante un convegno alla Camera dei deputati, l’ex commissario Ue aveva sostenuto che la normativa europea non andasse applicata alle concessioni balneari, in quanto “non sono servizi ma beni”.
Secondo la commissaria europea al mercato interno la Corte di giustizia europea «ha confermato che le concessioni balneari sono autorizzazioni ai sensi della direttiva 2006/123/CE» e «rientrano quindi nell’ambito delle disposizioni pertinenti del diritto dell’UE, compreso l’articolo 12 di tale direttiva, qualora la scarsità della risorsa in questione nel territorio comunale interessato sia accertata e, in ogni caso, compreso l’articolo 49 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, qualora esista un interesse transfrontaliero certo».
“Ora il governo italiano difenda la categoria e i consumatori”, ha commentato l’eurodeputato Andrea Cozzolino, primo firmatario dell’interrogazione del Pd. “La Commissione Ue di fatto pone sul tavolo, di nuovo, il meccanismo del doppio binario: proroghe temporanee per la salvaguardia del legittimo affidamento alle concessioni esistenti e gare immediate per le concessioni di nuovi spazi”, sottolinea l’europarlamentare campano.
“Siamo all’ennesima follia della Commissione Ue”, che “con un pronunciamento tanto chiaro quanto assurdo sconfessa l’ideatore della controversa direttiva”, ha invece attaccato Mara Bizzotto, capogruppo della Lega al Parlamento Ue e autrice di una delle due interrogazioni a firma leghista. “Con un atteggiamento politicamente schizofrenico, Bruxelles tira dritto e infligge una mazzata a 30 mila imprese balneari italiane che stanno vivendo la macroscopica ingiustizia di una direttiva sbagliata e devastante per i nostri territori”, aggiunge Bizzotto, “noi non ci fermeremo di fronte agli allucinanti tira e molla della Ue e daremo battaglia in ogni sede e ad ogni livello per difendere e salvare le imprese balneari italiane”.