I dirigenti di Stato assenteisti seriali, che collezionano “ingiustificate assenze collettive” in periodi in cui va garantita continuità di servizio o che siano recidivi di “comportamenti o molestie a carattere sessuale”, o comunque di “particolare entità”, saranno licenziati. Lo prevede la proposta messa a punto dall’Aran, l’Agenzia che segue per il governo i negoziati sul rinnovo del contratto dei dirigenti statali.
Arriva, dunque, un nuovo Codice disciplinare per i dirigenti di Stato. Il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, annuncia comunque di essere “già al lavoro per alcune correzioni della disciplina legislativa che riguarderanno la valorizzazione del merito anche attraverso un efficace sistema di valutazione delle performance”.
“È stato un incontro preoccupante“, commenta la Funzione Pubblica Cgil al termine della trattativa. Secondo il sindacato, al di là di “un approfondimento quasi ossessivo” del codice disciplinare e delle sue sanzioni, manca nel resto della bozza di contratto una risposta “alle osservazioni che avevamo proposto il 24 maggio sul sistema di relazioni sindacali”.
Il licenziamento è comunque previsto anche per i semplici dipendenti. Punita anche la ripetuta “tolleranza di irregolarità in servizio” da parte del personale. Inoltre i dirigenti di Stato che si macchiano di “alterchi negli ambienti di lavoro” o di “inosservanza degli obblighi previsti in materia di prevenzione degli infortuni o di sicurezza del lavoro, nonché del divieto di fumo” saranno sanzionati con una multa che va dai 200 ai 500 euro, che in caso di “recidiva nel biennio” si può trasformare in una sospensione dal servizio fino a sei mesi senza retribuzione.
Le ferie che avanzano potranno essere donate al dirigente che ne necessiti per motivi di salute o di assistenza ai figli e i giorni seguenti a terapie salvavita non saranno contanti ai fini del periodo di comporto, dopo il quale scatta l’interruzione dal lavoro: lo prevede la bozza di contratto presentata dall’Aran ai sindacati. Un ampliamento dei diritti per i dirigenti dello Stato che segue quello già stabilito per i dipendenti semplici. Stessa cosa vale per i congedi riconosciuti alle donne vittime di violenza.