“Rispetto alla precedente gestione, legata all’amministratore delegato e direttore generale del gruppo Poste Italiane spa, Francesco Caio, che ha chiuso uffici postali, abbiamo riscontrato un clima diverso, Noi come Anci non abbiamo mai ‘digerito’ la delibera dell’Agcom, che di fatto ha autorizzato il recapito degli invii postali a giorni alterni. Per noi questa delibera contrasta con le indicazioni europee sul recapito, che fanno riferimento all’impossibilità di consegnare tutti i giorni la posta solo in condizioni di grandi difficoltà fisiche, ma non legata a problemi economici”. Lo ha affermato Massimo Castelli, coordinatore Piccoli Comuni Anci e Sindaco di Cerignale (provincia di Piacenza), durante un incontro con Poste italiane che ha riaperto il dialogo con l’Associazione affrontando soprattutto il tema delicato dei servizi negli enti di piccole dimensioni. “Numeri alla mano – ha aggiunto – la corrispondenza è calata moltissimo da circa 7 miliardi e mezzo di pezzi annuali nel 2008 a 2 miliardi e 700mila consegnati nel 2017. E, soprattutto nelle aree deboli, consegnare la corrispondenza ha costi molto elevati. In una situazione complicata, negli ultimi tempi, è entrato in gioco un nuovo fattore favorevole: le consegne postali di quanto le persone acquistano on line. Incrementando questo nuovo asset, le Poste potrebbero riconsegnare anche tutto il resto con cadenza quotidiana”.
La trattativa fra Anci e Poste Italiane ha riguardato anche lo sviluppo dei servizi di tesoreria rivolti ai piccoli Comuni e la presenza degli uffici postali nei territori.“La nostra proposta – ha spiegato Castelli – è di creare nuovi modelli, soprattutto nelle piccole realtà, nuove formule di servizi tra enti diversi, con la finalità di mantenere più servizi possibili nelle aree marginali del Paese. D’altro canto, ha sottolineato – l’input politico fornito dalla legge sui Piccoli Comuni è di non arretrare rispetto all’offerta dei servizi”. Non a caso, entro il 2020 buona parte delle aree ‘grigie’, che soffrono per il digitale divide, saranno raggiunte dalla banda larga o addirittura dalla fibra. Tutto questo avanzamento di capacità di comunicazione di chi vive in aree marginali aiuterà a rimanere nei territori. Noi vogliamo agganciare queste innovazioni per dare nuovi stimoli alle persone di poter vivere dove sono nate”.
Castelli ha poi riconosciuto che “Poste ha cambiamento atteggiamento, avendone assunto uno più costruttivo, di dialogo, tanto che costituiremo dei tavoli regionali per valutare insieme le criticità. Saranno previsti, inoltre, anche degli accordi locali per la consegna di quotidiani. L’obiettivo è migliorare costantemente la qualità del servizio offerto su tutto il territorio nazionale, in linea con i valori d’inclusione e vicinanza ai cittadini che ispireranno sempre più anche l’azione di Poste italiane. L’Anci, in ogni occasione – ha rimarcato Castelli in conclusione – ha sempre evidenziato con forza che il servizio postale, per ciò che rappresenta in termini di “presidio dello Stato” sul territorio, assume un valore irrinunciabile in particolare nei Comuni di minore dimensione demografica… E’ vero che le Poste hanno perso tanto come numero di recapiti, però il marchio di Poste come ente dello Stato fa guadagnare parecchi punti sulla parte finanziaria: la gente si fida di fare investimenti in Poste proprio in quanto lo considera, comunque, un ente dello Stato. Se rinuncia a questa caratterizzazione perderebbero molto”.